di Giovanna Tutino.
Andrea Muratore, regista e fondatore nel 2015 della casa di produzione cinematografica “Medmafilm S.r.l.”
G.T. – Com’è nata la passione per il cinema, che negli anni è diventata una vera e propria professione?
A-M – Da che ho memoria, guardare i film in televisione mi ha sempre affascinato ed incuriosito. Ricordo però con precisione la prima volta in cui rimasi folgorato da una scena in tv. Avevo cinque o sei anni e stavo in piedi sul divano, quando sullo schermo della televisione che si trovava di fronte ai miei occhi, è apparsa l’astronave Discovery del film “2001 Odissea nello spazio”, di Stanley Kubrick. Una visione nuova, totalmente diversa, che portava il mio immaginario verso nuovi orizzonti e aumentava la mia creatività. Il primo contatto con il grande schermo è avvenuto nel 1982 quando con mio zio andai a vedere, E.T. l’extraterrestre di Steven Spielberg. La fantascienza mi incuriosiva e cosi decisi di conoscerla ancora meglio accostandomi alla lettura di grandi scrittori come Asimov e Clark. Allo stesso modo imparavo ad amare i film in bianco e nero, che oggi so appartenere al neorealismo italiano e le commedie americane. Crescendo ho continuato ad aumentare la mia collezione di videocassette che periodicamente rivedevo per studiarne i contenuti e le tecniche dei registi considerati più grandi. Sempre una passione vissuta in maniera parallela alle molteplici attività svolte e gli studi intrapresi, che nulla avevano a che fare con il cinema. Dalla fine degli anni novanta, ho continuato ad Incrementare la conoscenza sulle arti cinematografiche, la fotografia e gli effetti speciali cinematografici e teatrali, viaggiando e frequentando scuole a Napoli e Roma. Acquistai la prima videocamera semi professionale e decisi di mettermi in gioco. Ricavai dal racconto di Richard Clayton “Lo strano volo” una sceneggiatura e mi misi a costruire nella cantina dei miei nonni la cabina di un’astronave, piena di luci e schermi funzionanti. Con l’aiuto di pochi amici girai il cortometraggio “Collaudo” che, tra centinaia di iscritti, si aggiudicò la finale al Tropea Film Festival. Bellissima esperienza che mi permise di conoscere e dialogare a lungo con il tre volte premio Oscar Carlo Rambaldi. Il creatore di E.T. e della meccatronica invitandomi a non mollare e perseverare mi disse: “sei bravo, ma ciò che conta di più è che hai fantasia, la fantasia è tutto”. Da quel momento ho avuto la conferma che il cinema doveva essere il culmine di tutte le competenze artistiche che negli anni avevo sviluppato e doveva smettere di essere solo un hobby. Continuare a frequentare solo scuole di cinema a mio avviso non bastava. Ho deciso che per poter far bene e poter essere competitivo dovevo studiare e rimettermi in gioco partendo da una base classica. Mi scrissi al DAMS presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Messina dove l’incontro con docenti che posso definire eccezionali e super preparati mi ha permesso, di allargare enormemente la conoscenza e la passione per la letteratura, la storia e le discipline riguardanti l’evoluzione del teatro della danza e degli apparati scenici, ma soprattutto per la nascita e la storia del cinema. Ad esami finiti e prima della Laurea, ho deciso di frequentare la New York Film Academy, che ritengo essere la miglior scuola di cinema del mondo, nella sua sede italiana di Firenze. Un’esperienza fantastica e super creativa, ricca di pratica condivisa con ragazzi provenienti da tutto il mondo, e allo stesso tempo anche molto dura nella fase iniziale perché si comunicava unicamente in lingua inglese. Presa la Laurea con una tesi sul, cinema come forma di auto rappresentazione del regime fascista, ho deciso di continuare gli studi con un Master. Una lunga ricerca mi ha portato a Roma presso l’università Roma Tre a frequentare il master in Cinema e Televisione che aveva come referente principale il Professore e regista Vito Zagarrio che già avevo avuto modo di conoscere attraverso i libri utilizzati per la realizzazione della tesi. Ancora una volta mi si presentava davanti un’entusiasmante esperienza formativa diretta da professionisti affermati del settore ed una nuova cerchia di amici con la mia stessa passione. Nel frattempo decidevo di implementare la mia conoscenza sugli effetti speciali frequentando un ulteriore Master a Roma in effetti speciali digitali. Una continua formazione che mi che mi permette oggi di conoscere alla perfezione tutte le fasi fondamentali di una produzione cinematografica e parlare lo stesso linguaggio dei tecnici di ogni settore specifico. Intanto ho continuato l’esperienza cinematografica a Roma su diversi set sia come scrittore che nel reparto regia. Ma la Calabria mi mancava e avevo una gran voglia di portare le mie competenze lì dove le possibilità per i giovani che avevano le mie stesse passioni erano nulle. Cosi, pur mantenendo i rapporti nella capitale, sono tornato per fondare insieme a mio cognato e un caro amico, la casa di produzione cinematografica MEDMAFILF S.r.l. all’interno della quale è presente l’Academy, dedicata proprio ai giovani. Il cammino è ancora lungo e la strada che abbiamo davanti è difficile, ma siamo motivati e fiduciosi. Per questo facciamo le cose con calma ed in modo mirato, cosicché le nostre produzioni non restino nel cassetto. Abbiamo grossissimi progetti in cantiere per i quali stiamo lavorando e che vedranno la luce nei prossimi anni.
G.T. – Quali sono i registi e i film che hanno influenzato di più il tuo percorso di formazione?
A.M. – Come ho già detto, Stanley Kubrick con il suo 2001 Odissea nello spazio, è stato il primo regista in assoluto ad avermi colpito. Film sempre ricchi di senso e con il fine ultimo di provocare nello spettatore, continue domande. Tematiche coinvolgenti per le quali Kubrick curava in maniera maniacale tutti i dettagli della messa in scena: sceneggiatura, luci, ottiche, scenografia, fotografia, musiche. Nulla era dato al caso. Si può dire che Kubrick abbia inventato il cinema moderno. Ma il regista che più di tutti ha influenzato la mia formazione è senza ombra di dubbio alcuna, Steven Spielberg, conosciuto nel settore come “l’Infallibile”. Dal momento dell’esordio non ha mai sbagliato un colpo ed i suoi film hanno cambiato il cinema e il modo di pensare e vedere. Un maestro capace di far sognare quanto di angosciare e terrorizzare: basta pensare a film come E.T., Incontri ravvicinati del terzo tipo, e Lo squalo e Minority report. Altro grande regista che con i sui film ha cambiato il modo di fare cinema e soprattutto di vedere e pensare il mondo ed il futuro è Ridley Scott. Con i suoi “Alien” e “Blade Runner”, ha rivoluzionato il modo di lavorare di diversi registi. Un modo di vedere il futuro totalmente diverso da quello di Kubrick. Un futuro caotico, sporco, inquinato, industrializzato proprio come quello che stiamo vivendo. Ovviamente, da quanto scritto sopra il mio interesse per il cinema sembrerebbe unicamente improntato sulla fantascienza. In realtà, per quanto il mondo dell’immaginifico mi possa entusiasmare, è quello del realismo a suscitare in me le più grandi attenzioni. Da sempre, infatti, ho una passione immensa per i film dei grandi registi italiani del passato come Vittorio De Sica o Rossellini e adoro tutti i film di Totò ed Alberto Sordi. Ricordo che da giovanissimo provavo un piacere enorme davanti alla tv nel vedere i film in bianco e nero. Grandi interpreti di quello che era il vero cinema italiano esportato ed amato in tutto il mondo. Storie di valori e di gente comune nelle quali ci si poteva immedesimare, accompagnate da molta semplicità e grandiose scenografie paesaggistiche e monumentali che il nostro paese offriva.
G.T. – Ti sei formato fuori dalla Calabria e anche all’estero, ma hai deciso di scommettere sulla tua terra e di ritornare qui, fondando nel 2015 la casa di produzione cinematografica “Medmafilm S.r.l.”, all’interno della quale è presente l’Academy.
A.M. – Pur essendo un settore non facile, dove solo chi ha i fondi può sviluppare progetti, devo dire che la determinazione e la competenza vengono premiate. Nonostante le diverse possibilità di crescita professionale nella capitale ho sempre saputo che l’unico luogo in cui volevo vivere, condividendo le mie competenze, era il mio paese. Così, nonostante i:” ma chi te lo fa fare”, di quasi tutte le persone a conoscenza della mia decisione, ho fatto la valigia e sono ritornato in Calabria. È troppo comodo e facile parlare male della propria terra quando si sta fuori e non si fa nulla per cercare di cambiare le cose. Ad invogliarmi è stato anche il fatto che le tematiche trattate dalla filiera cinematografica nella quale mi stavo addentrando erano deludenti e non mi appassionavano. Volevo essere padrone di ciò che scrivevo e producevo. Tornato in Calabria, subito mi sono messo al lavoro per accrescere il curriculum della neonata casa di produzione. L’ho fatto realizzando “La Caduta”, sceneggiatura che ho ricavato da un’Ode di Giuseppe Parini, la cui tematica è attualissima. All’interno di MEDMAFILM e presente l’ACADEMY, il cui intento è quello di formare giovani desiderosi di apprendere in modo serio e da professionisti di diversi settori. Dalla sceneggiatura alla regia, fotografia al trucco, tutto è finalizzato ad una realizzazione professionale. Abbiamo iniziato da subito con i diversi corsi che hanno trovato l’entusiasmo dei ragazzi. Il mio intento è anche quello di formare e dare ai più determinati la possibilità di collaborare con noi. È il caso del giovane Simone Sorrenti che dopo aver iniziato con i corsi di fotografia si è appassionato alla regia e mi ha seguito fino ad esordire come mio aiuto regista ne “La Caduta”. Dal mese di settembre inizieremo con un nuovo sistema accademico non più caratterizzato da corsi singoli ma dalla formazione di classi all’interno delle quali verranno somministrati tutti gli insegnamenti utili per apprendere e conoscere il cinema, la fotografia, il trucco e la recitazione. Una possibilità che oltre a permettere ai giovani di accostarsi a nuove ed appassionanti discipline, vuole essere anche un’opportunità per coloro i quali intenderanno investire sul proprio futuro lavorativo in modo serio e competitivo.
G.T. – Che cosa consiglieresti ad un giovane che volesse intraprendere la tua stessa professione?
A.M – Sicuramente la passione per il cinema deve essere un punto di partenza. Intraprendere la carriera del regista o dello sceneggiatore potrebbe essere un rischio se non si ha la giusta determinazione. Ma la determinazione non basta se non è accompagnata da competenza. Tutto il contrario dei messaggi trasmessi dalla filiera televisiva, dai talent nazionali ed internazionali, dove si da ad intendere ai giovanissimi che è facile e basta poco per diventare attore o cantante o artista in genere. Ogni disciplina richiede impegno, studi accademici, confronto con realtà diverse e tanta pratica. Bisogna capire per cosa si è portati, seguire il proprio istinto e cercare le strade per perseguire l’obbiettivo. Quello che mi sento fortemente di dire ai giovani è di perseverare. Se si vuole veramente una cosa bisogna applicarsi senza dare ascolto a chi per disincanto della vita, scarsa autostima, gelosia o altro, tenta di limitarci. Bisogna vivere giorno dopo giorno al massimo delle proprie potenzialità con la consapevolezza che saremo solo noi a decidere se il nostro resterà un sogno oppure diventerà un fatto. Come disse ad un convegno, Steven Spielberg a degli studenti universitari: “i sogni non vengono ad urlarti in faccia: “questo è ciò che sei, questo è ciò che devi essere per il resto della tua vita”. Il sogno sussurra. Le cose più difficili da ascoltare, i tuoi istinti, le tue personali intuizioni umane, sussurrano sempre, non urlano mai. Quindi è molto difficile da sentire. Quindi ogni giorno della tua vita devi essere pronto a sentire cosa ti sussurra all’orecchio. Urla molto raramente e se riesci a sentire il sussurro, ti fa vibrare il cuore. Ed è qualcosa che pensi di voler fare e allora è ciò che farai per il resto della tua vita. Se pensate che questo è il mondo che più vi piace, veniteci a trovare.
G.T. – A quale progetto stai lavorando attualmente?
A.M. – Dopo la soddisfazione ricevuta dal cortometraggio “La Caduta,” che si è aggiudicato l’interesse culturale del MIBACT, oltre ai complimenti della commissione per la serietà della tematica trattata e che a breve partirà per i festival, non mi sono fermato. Nonostante i diversi progetti grossi in cantiere, Il mio interesse ora è rivolto alla realizzazione di un documentario sul Parco dell’Aspromonte. In collaborazione con il professionista ed amico Lino Licari, realizzeremo un prodotto nuovo, completo ed unico per tecniche ed apparati utilizzati. L’intento è quello di permettere a chiunque, in tutto il mondo, di vivere sullo schermo, le meraviglie naturali e storiche che la nostra terra offre. Sempre per la sezione documentari è in fase di realizzazione una biografia sull’indimenticabile artista rosarnese Giovanni Iannizzi. Per quanto concerne invece la produzione cinematografica, ho scelto di concentrarmi su quello che sarà un film su Giuseppe Valarioti. Un progetto dal grande valore al quale tengo moltissimo e che prestissimo vedrà la luce. Una ricostruzione fatta sull’uomo Valarioti, e non solo, quindi, sui fatti di politica e cronaca che tutto il mondo conosce. La sceneggiatura è già ultimata e a giorni partiranno i casting, unicamente rivolti a giovani rosarnesi. Sono per la veridicità e quindi ritengo che solo un rosarnese possa fare il rosarnese, soprattutto per l’interpretazione dialettale alla quale tengo. Al via anche un film sperimentale con giovani rosarnesi che già hanno avuto modo di cimentarsi davanti alla camera con un realismo ed una spontaneità eccezionale. Pronte anche le sceneggiature di due cortometraggi che seguiranno e che finalmente daranno sfogo alla mia passione per il cinema fantastico. I lavori, avranno come protagonisti due bambini e come tematiche il passato, con la prima missione spaziale russa, ed il futuro con la presenza di un robot. Ne ritagli di tempo ho deciso anche di dedicarmi ala redazione di libri di settore e proprio in questi giorni è in stampa il mio primo libro dedicato al cinema durante il regime fascista dal titolo “L’arma più forte”.