di Domenico Romeo[1]
Erano i primi anni ‘90 quando ci si ritrovava nelle piazze di Rosarno per “socializzare”.
In quegli anni lo si faceva per strada, non esistevano i social network e gli inventori di facebook non erano ancora nati.
Noi ultra ventenni avevamo avuto la fortuna di vivere la nostra adolescenza in una cittadina ricca di fermento socio-culturale. Ricordo in modo particolare il Centro di promozione sociale e culturale e le Compagnie di Teatro Popolare che riscuotevano grande successo anche fuori regione.
Il Centro culturale è stato per noi una fucina, un laboratorio formativo caratteriale e sociale. Non era solo un luogo dove divertirsi e assistere a spettacoli teatrali o cinematografici. I reading di poesie, le presentazioni dei libri, i concerti piuttosto che i semplici incontri con gruppi di altre città o personaggi più o meno noti erano tutti momenti si di svago ma certamente formativi per quelli che poi sarebbero diventati i “rosarnesi del futuro”.
Ma come ogni cosa, sia il centro culturale che le altre belle realtà cittadine, nel tempo sono scomparse.
Quindi gli anni ‘90 ci sono apparsi come “orfani” di un qualcosa che sentivamo mancare alla nostra generazione ma capivamo che i nuovi adolescenti non avevano mai “assaporato”.
“Che noia, cha schifo, in questo paese non si fa mai nulla…..” erano le frasi tipiche dei ragazzi e noi, quasi a prendere il posto di quelli più anziani: “Ai nostri tempi….facevamo un sacco di cose….”!
Ad un certo punto la scintilla, la voglia di fare per il proprio territorio e finalmente il momento di mettere in pratica gli insegnamenti che quelli degli anni ottanta ci avevano insegnato.
“Ragazzi, che ne dite di formare un’associazione culturale e organizzare eventi”?
Abbiamo iniziato così, quasi per scherzo nel 1994, prendendo una piccola casa diroccata come punto di ritrovo (la nostra sede), abbiamo stilato uno statuto (copia e incolla), fatto il direttivo e le elezioni (io il presidente …. Sono sempre stato il più egocentrico) e però mancava una cosa….il nome!
Adesso qui sono costretto a svelare un segreto che dura da oltre vent’anni. Come dicevo prima abbiamo iniziato per gioco, e per gioco abbiamo anche messo il nome. In quegli anni ci divertivamo a scrivere su di un quaderno tutte le frasi che storpiavamo (speravamo di farne una specie di libro). Per esempio: “’ndi funtanammu a fermiceda” al posto di “’ndi fermammu a funtaneda” (trad. ci siamo fermati alla fontanina).
Quindi, considerato che di questi “orrori” ne facevamo molti, ci consideravamo dei “birbi” (balbuzienti) e ci definivamo (prima ancora di creare l’associazione) La Federazione Italiana dei Birbi Irrecuperabili: FIBI. Il Royal Club lo abbiamo aggiunto per depistare e rendere il nome più “aristocratico”!
Partiti con piccolissime attività di volontariato, abbiamo raggiunto grandi risultati per quelli che erano gli anni che stavamo vivendo e la situazione sociale del nostro territotio.
Poco aiutati dalle istituzioni, a parte una bella esperienza con la giunta del Sindaco Peppino Lavorato, ci siamo sempre autofinanziati con attività proprie.
Siamo riusciti negli anni, con grandissimi sacrifici personali, sottraendo tempo e denaro alle nostre famiglie ed al nostro lavoro e tempo libero, a ridare alla nostra città una dignità ormai persa.
Di Rosarno non si parlava più solo per la cronaca.
Sui giornali si leggeva anche di reading di poesie, di presentazioni di libri, di concerti blues nelle piazze o di quelli gospel in chiesa. Nelle vie del centro storico apparivano le prime fioriere con piante e fiori e la statua di San Giovanni Bosco finalmente aveva una recinzione.
Spuntavano gli alberi nelle piazze dove erano seccati o dove erano stati estirpati e si organizzavano estemporanee di pittura per le vie del centro. le raccolte e i convegni medici per la leucemia, la ricerca sul cancro ecc…. erano diventate appuntamento fisso. Riscoperta delle tradizioni con i giochi senza quartiere e la prima selezione regionale di miss Italia a Rosarno. Per non parlare della prima vera grande sagra paesana: “la sagra della massaia” divenuta meta di migliaia di persone per l’ottima organizzazione e soprattutto per l’ottimo cibo preparato dalle massaie rosarnesi. Ancora ricordo la gioia dei bambini quando abbiamo donato alla città il primo parco giochi di largo bella vista. Dai ricavati della sagra della massaia e di una raccolta fondi abbiamo raccolto i soldi per acquistare i giochi e una azienda del posto ci ha donato un’altalena fatta in modo artigianale che abbiamo aggiunto ai giochi acquistati. Quest’ultimo è un aspetto che vorrei sottolineare, la vicinanza della gente comune e in modo particolare degli artigiani e degli imprenditori. Quando sono stimolati per il bene comune….ci sono!
Potrei veramente continuare ancora per molto, ma non è importante soffermarsi su cosa si è fatto….ma su come lo si è fatto. Lo si è fatto con gioia, con disinteresse e soprattutto con un unico fine: il bene comune!
Tutto questo impegno ci è stato riconosciuto e menzionato nel libro del prof. Giuseppe Lacquaniti “Storia di Rosarno”.
Nel tempo siamo stati avvicinati dai vari politici locali. Abbiamo ricevuto molte proposte, ma non abbiamo mai ceduto alle false lusinghe…..loro il bene comune non sanno nemmeno cosa significa.
Abbiamo invece pensato di trasferirci in massa nella Pro-loco per avere uno strumento istituzionale più funzionale e poter attingere più facilmente ai finanziamenti della regione e provincia. Ma l’esperienza con gli altri soci è stata devastante. In quel caso abbiamo pagato gli interessi politici e il nostro gruppo (anche per motivi personali) si è sciolto.
Martedì 11 dicembre 2007, Calabria Ora titola: “Nasce l’associazione culturale NuovaMente fondata dal gruppo storico del FIBI Royal Club…”
E si ricomincia. E’ un articolo del giornalista Domenico Mammola ad annunciare alla collettività rosarnese che la “traccia” è stata lasciata. Si la traccia, quella di cui noi ragazzi del FIBI Royal Club abbiamo sempre creduto e parlato. Perché chi crede nell’associazionismo sa che non sono importati le attività in se stesse ma il segno che riesci a lasciare con esse. Ecco cos’è la traccia. Se a distanza di tanti anni ci siamo rimessi in gioco e se quelli degli anni ottanta sono riusciti a trasmetterci questa voglia di fare e di non mollare mai, probabilmente un giorno ci saranno dei ragazzi che faranno la stessa cosa grazie al nostro impegno e alla nostra determinazione. Quindi in quel preciso momento, noi, dal punto di vista associazionistico, avremmo raggiunto il nostro traguardo!
Oggi NuovaMente rappresenta, non solo a Rosarno, la massima espressione del concetto di associazione soprattutto in un territorio come il nostro. NuovaMente ha raggiunto traguardi impensabili fino a pochi anni fa e si prefigge di raggiungerne altri ancora più ambiziosi. Ma Nuovamente altro non è che l’evoluzione e la messa in opera del lavoro svolto dal centro culturale e dal FIBI Royal Club….la traccia, appunto!
Per questo motivo, anche se solo momentaneamente dal punto di vista associazionistico sono “disoccupato” mi sento felice e realizzato. Io e i ragazzi del FIBI Royal Club sappiamo di aver dato il nostro contributo per il bene comune…..per Rosarno.
Anche se non amo fare citazioni, desidero chiudere con una meravigliosa frase di Madre Teresa di Calcutta che mi ha sempre accompagnato nella vita: “Noi siamo solo una goccia nell’oceano, ma senza di noi, l’oceano avrebbe una goccia in meno”!
[1] Imprenditore e operatore culturale.