di Luciana Ventre
La lontananza ha risvegliato in me la voglia di riappropriarmi di una squisita tradizione culinaria pasquale, quella dei cosiddetti “campanari”. A Rosarno non li ho mai fatti, ma qui ogni anno mi metto ai fornelli e i miei amici conoscono e aspettano tutti i miei campanari. È diventato ormai, sia per me che per loro, un dolce e immancabile appuntamento.
Mi sembra di tornare ai tempi in cui vivevo a Rosarno da ragazza e da bambina, quando nelle abitazioni venivano preparati questi dolci squisiti e poi venivano portati nei forni dei vari rioni. Io abitavo in via Elena, angolo via Cincinnato, e in questa stretta via c’era il forno della famiglia Pellizzeri, detto “dha Rosella”. Nel periodo della Settimana Santa era un continuo via vai di donne che portavano in testa le “lande” piene di “cosi duci”, campanari e popatoli (biscotti a forma di bambola). Quel profumo si spargeva dappertutto …era il profumo della Pasqua!
Ricetta:
1 kg farina. 5 uova. 350 zucchero. 100 g burro o margarina. Io faccio metà e metà. Vanillina. Mezza bustina lievito per dolci. Mezza bustina di ammoniaca per dolci. Buccia di limone.
Brava LUciana!!!!!!!! un abbraccio BIANCA
Che bei ricordi mi richiama alla mente questo scritto di Luciana Ventre, ricordo “i campadari” e “i papi” che preparava mia mamma con tanta accortezza, curando i minimi particolari. Per giorno di Pasquetta tutti i bambini facevamo bella mostra dei “campanari” per poi divorarli fino all’ultima briciola. Rivedo ancora mia mamma alle prese con i modelli di carta per tagliare con precisione “i papi” anche per i vicini di casa più cari, che si avvalevano del forno che avevamo noi in giardino.Ancora ricordo quel profumo di “frasche” bruciate che si espandeva tutt’intorno.