di Giovanna Tutino


G.T. – Quali sono gli artisti che hanno influenzato di più la tua impronta stilistica?
A.F. – Per rispondere alla domanda devo parlare degli esordi della mia carriera cioè la parte formativa avvenuta all’accademia di bella arti di Reggio Calabria, la prima attrazione nei riguardi della forma e tecnica è stata quella del fiammingo Jan van Eyck, minuziosa, simbolica e maniacale in seguito ho apprezzato con molto entusiasmo uno dei più grandi esponenti del rinascimento italiano e le figure maestose di Michelangelo Buonarroti dedicando la mia tesi dal titolo “Angeli nel cervello” affrescando nell’aula di anatomia artistica una copia della “Creazione di Adamo” che misurava 300×600 cm di recente tristemente demolito per motivi ancora poco chiari, però il mio animo era devoto sin dalla prima tela a Caravaggio, la sua “maniera” fu amore a prima vista che ancora oggi porto dentro visitando e osservando anche i dipinti del più grande caravaggista il conterraneo Mattia Preti nativo di Taverna e operativo a Malta tra la metà e fine ‘600. Naturalmente non potevano mancare le arti britanniche in età vittoriana come l’affascinante pittura di Johann Heinrich Füssli a quella del preraffaellita William-Adolphe Bouguereau.

G.T. – C’è stato qualche avvenimento particolare nella vita reale che ha ispirato un tuo dipinto?
A.F. – Sì, in realtà lo è per ogni tela ma l’avvenimento più importante e significativo nella mia vita è stato, ed è la prima volta che ne parlo pubblicamente, l’anno in cui venne a mancare la mia cara madre Rosaria dedicando a lei due tele che sono “Distaccamento dalla terra” e “Madre Natura”, due nature morte dove l’emblema è quello esistenziale dell’uomo ed il suo naturale processo vitale che si conclude con la morte come il distaccamento di un frutto dal suo ramo a volte acerbo e prematuro.

G.T. – Nel 2015, sei stato selezionato da Vittorio Sgarbi per la mostra Expo Arte Contemporanea nell’ambito di Expo Milano 2015, al termine della quale hai ricevuto il primo premio sezione pittura. Nell’estate dello stesso anno sei stato uno degli artisti di spicco (chiamato a rappresentare il proprio territorio) della Biennale Internazionale della Calabria. Nel 2016 hai presentato al pubblico la tua ultima produzione sul Mito, esponendo presso i prestigiosi spazi espositivi di Palazzo Flangini a Venezia con la mostra “Mythomorphosis”. Cosa ti hanno lasciato queste importanti esperienze?
A.F. – Aggiungerei anche finalista all’ International Arc Salon con l’opera “Sirena in Burlesque” il concorso di arte realistica più prestigioso in America. Oltre alla soddisfazione hanno lasciato in me la consapevolezza di poter mettermi in gioco in un circuito di alto livello, quello che ho sempre sognato e rincorso tenendomi sempre distante dal sentirsi arrivati perché nell’Arte “l’arrivare” è paragonabile al finire.

G.T. – Sempre nel 2016 è uscito per la casa editrice Artemide il tuo primo Catalogo, che hai voluto presentare a Rosarno.
A.F. – Sì, ho trovato doveroso presentare il mio primo catalogo nella mia cittadina, condividere con le persone più care questa emozione e ricorderò per sempre la fierezza nel volto delle numerose persone che vi erano presenti.

G.T. – A che cosa stai lavorando attualmente?
A.F. – Proseguo i miei studi nel figurare e attualizzare le mie antiche visioni. Per quanto riguarda le mie prossime mostre esporrò in una personale al Castello Normanno Svevo di Cosenza con inaugurazione l’11 marzo prossimo, entro giugno a Roma e poi in Campania. Ci sono altri progetti che appartengono al 2018 con tappe anche estere.


Adriano Fida, nato a Reggio Calabria il 9 settembre 1978, vive e opera a Roma. Si è formato all’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, influenzato dallo stile caravaggesco, neoclassico e dei pittori fiamminghi. Ha poi affinato a Torino la sua cifra stilistica con la tecnica dell’affresco, col maestro Silvano Gilardi, alias Abacuc, realizzando anche un affresco per il MACAM (Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Maglione, Torino). Fida ha esposto in numerose gallerie nazionali e per sei anni è stato rappresentato e curato dalla galleria “Collezionando Gallery” di Roma. Recentemente ha esposto al MACRO di Roma con la personale “Mutazioni”, a Napoli al Castello Maschio Angioino con la mostra “Il Barocco tra Napoli e Parigi”, a Firenze nel Palazzo Medici Riccardi con la mostra “Contemporanea”, a Milano all’Affordable Art Fair, all’Expo2015 di Milano nella mostra Expo Arte Contemporanea a cura di Vittorio Sgarbi. La poetica di Adriano Fida si basa sul fondamento ideologico che la forma debba esprimere, attraverso l’immagine, tutte le manifestazioni peculiari dell’artista, siano esse dettate dalla natura lirica o conoscitiva, lineare o costruttiva, significante o di significato, nell’intento di collegare il linguaggio ai valori comparativi dei suoi contrari. La tecnica è la peculiarità di Fida, ma la sua attenzione è catturata dai soggetti, dalla ricerca e dal significato delle sue opere. “La mia vita è nella mia arte – ha affermato l’artista -ogni tela nasce da una gestualità emotiva e ben controllata dai limiti della forma, ogni tela è la gloria di una morte che genera la successiva vita, è un ciclo continuo come il giorno e la notte, è la storia di una vita. La mia vita”.

Adriano Fida ha un sito web consultabile qui.

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