Qual è la leggenda del complesso di Edipo?
Mariagiulia Martino
2025-10-04 08:32:50
Numero di risposte
: 8
Edipo è figlio di Laio, re di Tebe, e della sua sposa Giocasta. L’oracolo di Delfi rivela a Laio che il figlio avuto da Giocasta, divenuto grande, lo ucciderà. Per non far avverare la profezia, abbandona Corinto e si dirige verso Tebe. Sulla strada incontra un carro guidato da un uomo in età matura che gli ingiunge di lasciargli il passo; in seguito a un violento alterco, Edipo uccide il vecchio, senza sapere che si tratta in realtà del padre Laio. I Tebani accolgono Edipo come un eroe e un liberatore; poiché il loro re è stato assassinato (si tratta di Laio), il reggente Creonte gli offre il trono della città e quindi la mano di Giocasta, vedova del re ucciso (e madre di Edipo). Tiresia gli svela che il colpevole è proprio lui, che tanti anni prima aveva ucciso sulla strada il re Laio, suo padre, e poi ne aveva sposato la vedova, sua madre. Dal nome del leggendario eroe greco che, senza saperlo, uccise il padre e sposò la madre, deriva, in psicoanalisi, il complesso di Edipo.
Domenico De Santis
2025-09-23 12:45:48
Numero di risposte
: 3
Il complesso di Edipo si manifesta con un desiderio amoroso del bambino verso il genitore di sesso opposto, mentre il genitore dello stesso sesso, vissuto come un rivale, è oggetto di sentimenti ostili.
Sigmund Freud utilizzò il mito greco di Edipo che, ignaro delle proprie origini, uccide suo padre Laio e sposa sua madre Giocasta, per raccontare la scoperta di un universale, inconscio, desiderio infantile di possedere il genitore amato.
Il termine complesso deve essere inteso letteralmente come insieme di elementi correlati a questa fase evolutiva e tutti collegati tra loro: fantasie, desideri, angosce, conflitti interni e relativi meccanismi di difesa.
Il piccolo Edipo si trova inserito in un sistema triangolare di relazioni familiari regolate da divieti e possibilità, in ragione del ruolo di ciascuno.
La proibizione dell’incesto, culturalmente trasmessa, impedisce l’intimità proprio con i primi oggetti d’amore.
Il bambino deve confrontarsi con il conflitto tra il divieto dell’incesto e il tumulto delle proprie pulsioni e con una serie di angosce connesse alle sue fantasie, consce e inconsce, di possedere l’amato e sbarazzarsi del rivale.
Infatti, per il suo desiderio di prenderne il posto ne teme la rappresaglia e poiché il rivale è, allo stesso tempo, oggetto d’amore, il desiderio di sopraffarlo scatena l’angoscia di perderlo.
La fantasia peculiare del piccolo maschio in tale momento dello sviluppo è l’angoscia di castrazione, cioè quella di essere evirato come punizione dei suoi desideri incestuosi.
Il piccolo Edipo ora è consapevole di essere soltanto un bambino e di non poter fare tutto ciò che il genitore fa: alcune cose rimangono prerogative dell’adulto ed egli potrà acquisirle solo dopo aver portato a termine il compito evolutivo.
Dopo il quinto anno di vita, il complesso di Edipo e le fasi precedenti della sessualità infantile, per effetto della rimozione, divengono oggetto dell’amnesia infantile.
Il complesso di Edipo rappresenta un momento cruciale in cui si sanciscono le differenze tra sessi e generazioni e si influenza la natura delle relazioni e dell’identità sessuale, la formazione di fantasie e attività sessuali.
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