Le Moire è il destino?

Franco Silvestri
2025-09-19 18:28:58
Numero di risposte
: 6
Esse sono la rappresentazione del destino ineluttabile dell’uomo.
Le moire tuttavia sono anche metafora del destino di ogni essere umano.
Atropho è la morte, il destino ineluttabile, ciò che è fine della vita terrena e inizio della vita ultraterrena.
Ma è anche per questa rappresentazione del destino dell’uomo che gran parte della filosofia greca spinge gli esseri umani a godere senza indugio della loro vita, a cogliere le opportunità che gli capitano, perché sono estremamente consci della loro finitezza e di quanto in realtà l’uomo sia effimero.
Nell’antica Grecia nessuno temeva le Moire, anzi erano molto rispettate e venerate proprio perché erano consci del fatto che tutti dovessero fare i conti con il proprio destino.
Le Moire è il destino.

Ivano Ferrari
2025-09-19 16:09:35
Numero di risposte
: 1
Le Moire sono figure appartenenti alla mitologia greca romana e si occupano del filo del fato di ogni uomo.
Le tre sorelle sono rappresentate con sembianze di anziane residenti nell’Ade, il regno dell’Oltretomba, e scelgono alla nascita il destino di ogni uomo.
Ad alcuni spetta un filo breve, così come la loro vita ad altri un filo più lungo.
Anche gli dei, seppur immortali, sono assoggettati alle decisioni delle Moire e non possono cambiare l’inesorabile destino delle loro vittime.
Lachesi, la sorte, gira il fuso e decide della lunghezza della vita di un uomo oltre che delle sue gioie e dei suoi dolori.
Atropo, l’inflessibile e la più anziana, recide il file mettendo così fine alla vita.

Maggiore Rizzo
2025-09-19 15:18:39
Numero di risposte
: 6
Le Moire sono le dee del destino nella mitologia greca.
In Omero la Moira è una sola, ma già in Esiodo sono tre: Cloto, la ‘filatrice’ della vita; Lachesi, la ‘fissatrice della sorte’ toccata all’uomo; Atropo, la ‘irremovibile’ fatalità della morte.
La ineluttabilità cieca delle Moire è come una forza che frena il potere degli dei, espressione della fissità delle leggi fisiche e morali, come appare in Eschilo, soprattutto nell’Orestea, e anche in Sofocle.
Successivamente i Greci concepirono il destino come placabile per mezzo dell’espiazione, specialmente con il diffondersi delle religioni misteriche e con l’orfismo.