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Qual è il mito di Tantalo?

Nazzareno Costantini
Nazzareno Costantini
2025-09-22 20:59:37
Numero di risposte : 5
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TANTALO è uno dei puniti nell'oltretomba omerico: rappresentato come un vecchio dentro a un laghetto, presso alberi carichi di frutta, ma non può di nulla giovarsi per la sete e la fame che lo tormentano, perché a ogni atto del suo desiderio l'acqua è pronta a ritirarsi e a prosciugarsi nell'alveo e il vento spazza i rami di frutta sino alle nubi, per volere divino. Figlio di Zeus e di Plute, T. fu re di Lidia o Frigia, e aveva la sua reggia in prossimità di Smirne, sulla catena del Sipilo, nella città di Tantalide. Dei figli di T. sono famosi Pelope e Niobe e su Pelope punta una delle leggende relative alla punizione eterna di T.: questi uccise il figlio per imbandirlo maliziosamente in un convito agli dei, fra i quali Demetra ne consumò una spalla, mentre gli altri si accorsero dell'empietà. Oltre a generiche colpe che gli sono attribuite, chiese a Zeus la vita uguale ai divini; rubò l'ambrosia e il nettare dalle tavole degli dei per distribuirne fra i mortali; rubò Ganimede; e sostenne che il sole fosse puramente materia infuocata, negandone la divinità. La spiegazione degli antichi, che vedevano in T. la personificazione dell'avarizia, non vale più di quella moderna, che lo identifica con il sole, il quale scende nel mare senza bere e caccia via sorgendo gli astri della notte (= i frutti del mito). È tuttavia da ricordare, in rapporto all'idea di T. come personificazione delle forze e dei cataclismi naturali, che buone fonti antiche ci rappresentano come pena di T. il terrore di una rupe che minacciando gli sovrasta eternamente sul capo. L'arte figurata ebbe un soggetto frequentissimo in T., o solo o insieme a Tizio e a Sisifo.
Antimo De luca
Antimo De luca
2025-09-22 20:43:50
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Tantalo era il ricco re della Lidia, una regione occidentale dell’Anatolia; era figlio di Zeus e della ninfa Pluto. Un giorno invitò gli dèi dell’Olimpo a un banchetto, ma si accorse di non avere cibo a sufficienza. Allora, per eccesso di zelo, oltre che per mettere alla prova la loro onniscienza, fece a pezzi il figlio Pelope, lo cucinò e lo servì a tavola. Gli dèi si accorsero immediatamente che si trattava di carne umana, all’infuori di Demetra che, assorta nel dolore per la morte della figlia Persefone, spolpò la spalla sinistra di Pelope. Tantalo fu appeso a un albero carico di frutti, i cui rami si allungavano su un lago di acqua dolce. Ogni volta che protendeva la mano verso i frutti della pianta, questi venivano spostati dal vento; quando avvicinava le labbra all’acqua, il lago si prosciugava. Era così condannato alla fame e alla sete per l’eternità. Un enorme macigno, poi, sovrastava l’albero cui Tantalo era legato, minacciando di schiacciarlo da un momento all’altro.
Eustachio Parisi
Eustachio Parisi
2025-09-22 20:43:05
Numero di risposte : 9
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Tantalus Phrygiae tyrannus deum amicus erat e veniva ammesso al banchetto degli dei. Gli dei con Tantalo si comportavano con grande affetto, e condividevano il cibo divino ed i loro segreti. Ma Tantalo era mosso da superbia: rubava quindi l’ambrosia dalle tavole dell’Olimpo e la offriva agli uomini e alle donne, e (ne) rivelava i segreti. In seguito invitava gli dei a cena, ma, a causa della penuria di cibo, faceva a pezzi il proprio figlio, lo cuoceva in una pentola, e lo serviva nel banchetto. Tantalo veniva punito dagli dei con una pena severa: veniva gettato giù nel Tartaro, e là è ancora torturato con una eterna punizione. È immerso in uno stagno, ma non può bere, perché l’acqua evita le labbra. Sopra lo sciagurato uomo pendono rami carichi di mele e di pere, ma, dato che i rami vengono sollevati da un vento funesto, Tantalo non è in grado di cogliere i frutti, e slancia invano le braccia verso il cielo. Un macigno enorme, come una minaccia perpetua, incombe su Tantalo per l’eternità.
Anastasio Rossetti
Anastasio Rossetti
2025-09-22 19:54:09
Numero di risposte : 4
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Nella versione più comune del mito, T., figlio di Zeus e di Plutide (o Plutò), fu re di Lidia o di Frigia, padre di Pelope e di Niobe. Uccise Pelope per imbandirlo al banchetto degli dei, chiese vita uguale agli dei, rubò l’ambrosia e il nettare, rapì Ganimede e si macchiò di altre colpe. Anche le pene attribuitegli sono varie: secondo la nèkyia omerica, T. nell’oltretomba è un vecchio che sta dentro un laghetto presso alberi protendenti rami carichi di frutta, ma è sempre affamato e assetato perché l’acqua si ritira e il vento porta in aria i rami (supplizio di T.).
Elena Ferraro
Elena Ferraro
2025-09-22 18:46:06
Numero di risposte : 2
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Nella mitologia greca, Tantalo aveva sfidato gli dei e per questo fu condannato ad un tormento eterno: immerso nell’acqua fresca e circondato da frutti deliziosi, ogni volta che cercava di dissetarsi o mangiare, tutto si allontanava, lasciandolo perennemente affamato e assetato. Questo mi sembra una metafora efficace di una situazione che molti vivono nella propria vita, che sia personale o professionale: Vedi chiaramente i tuoi obiettivi. Sai perfettamente cosa fare per raggiungerli. Eppure qualcosa, ogni volta, ti impedisce di arrivare fino in fondo. Ti è mai capitato? È il classico autosabotaggio: il perfezionismo, il continuo rimandare, la paura di esporsi o addirittura la paura di raggiungere davvero il successo. Per fortuna c’è una differenza tra la condanna di Tantalo e la tua situazione: il tuo tormento non è eterno, puoi scegliere di cambiare schema già da oggi.