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Perché la Nemesi punisce il Narciso?

Monica Farina
Monica Farina
2025-08-04 17:45:45
Numero di risposte : 6
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Nemesi, vedendo che Narciso aveva portato alla morte Eco, una bellissima ninfa consumatasi nell’amore non corrisposto per lui fino a divenire una flebile voce, lo costringe a guardarsi riflesso nello stagno, quindi fuor di metafora, a guardarsi davvero per chi egli sia. Narciso non può amare perché è innamorato di una donna morta. Il suo è un amore fatto di Thanatos, non di Eros. Costeggia la morte, ma non la vuole sorpassare. Solo ora si può capire quanto è importante l’approccio di Nemesi, l’unica donna che non solo non si innamora del bel giovine, ma lo contrasta, lo costringe per la prima volta a non contemplare la sua immagine, ma a vedersi davvero. Narciso muore nell’esatto momento in cui si vede per la prima volta ma è una morte necessaria, catartica. Non a caso il suo corpo non viene più trovato ma al suo posto sulle sponde del lago viene ritrovato il bellissimo fiore dorato dall’omonimo nome. Paradossalmente, solo grazie alla morte Narciso trova la sua libertà, esprimendosi finalmente in tutta la sua unicità. Solo abbandonando le vecchie parti di noi possiamo davvero amare e conoscerci. Ma conoscersi vuol dire far morire quelle parti e questo processo non può escludere il dolore.
Renato De Santis
Renato De Santis
2025-07-27 10:04:38
Numero di risposte : 4
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La Nemesi punisce il Narciso perché non ricambiò la travolgente passione di Eco. Fu punito dalla dea Nemesi che lo fece innamorare della propria immagine riflessa in una fonte. Morì consumato da questa vana passione, trasformandosi nel fiore omonimo. Il mito di N. deriva il termine narcisismo, introdotto in sessuologia da H. Ellis per designare un atteggiamento patologico della vita sessuale, per cui il soggetto gode nell’ammirare il proprio corpo. Il narcisismo può avere aspetti normali, come fase dell’evoluzione affettiva del bambino, e patologici, come in certe nevrosi di carattere e psicosi, chiamate appunto narcisistiche perché contrassegnate, fra l’altro, da un’apparente impossibilità di amore oggettuale.