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Qual è la leggenda di Giasone?

Assia Neri
Assia Neri
2025-08-08 05:08:34
Numero di risposte : 3
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Giasone, per riconquistare il trono usurpato dallo zio, avrebbe dovuto ritrovare il vello. Radunò allora 50 compagni e sulla nave Argo partirono per la Colchide. Naturalmente l’eroe dovette superare varie prove per poter portare a compimento la sua impresa e vi riuscì grazie all’aiuto della maga Medea, figlia del re Eeta, che si era innamorata di lui. È Apollonio Rodio che, nel III sec. a.C., ne Le Argonautiche, racconta la storia di Giasone. La nave Argo da cui prendono il nome gli Argonauti.
Annalisa Sorrentino
Annalisa Sorrentino
2025-07-26 13:59:52
Numero di risposte : 5
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Il mito di Giasone e il vello d’oro è una delle storie più affascinanti della mitologia greca, in cui si intrecciano coraggio, avventura, inganno e magia. Il mito di Giasone e del vello d’oro prende forma quando Pelia, timoroso di perdere il potere, propone al giovane eroe un’impresa apparentemente impossibile: recuperare il vello d’oro, custodito nella lontana Colchide e protetto da un drago. Questa impresa, che lo portò a confrontarsi con creature mitiche e re tirannici, si è impressa nell’immaginario collettivo come uno dei racconti più suggestivi dell’antica Grecia, lasciando in eredità un mito di coraggio e determinazione. Il mito di Giasone e del vello d’oro è un racconto epico e complesso, che celebra l’avventura e la conquista, ma mette anche in evidenza i dilemmi morali e le conseguenze del tradimento e dell’ambizione. La figura di Giasone resta impressa come quella di un eroe coraggioso ma umano, la cui leggenda ci ricorda che il percorso verso la gloria è spesso costellato di sfide insidiose e scelte ardue.
Rosa Fontana
Rosa Fontana
2025-07-26 13:44:42
Numero di risposte : 4
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La leggenda degli Argonauti, secondo la mitologia greca, furono un gruppo di circa 50 eroi leggendari che guidati da Giasone diedero vita a una delle più affascinanti narrazioni della mitologia greca. Il padre di Giasone, re Iolco Esone, fu fatto prigioniero del fratellastro Pelia, il quale ne usurpò il trono e uccise tutti i discendenti di Eolo che, secondo la profezia di un oracolo, avrebbero potuto ucciderlo. Re Esone e la consorte Polimela riuscirono a salvare Giasone dalla tirannia di Pelia affidandolo al centauro Chirone che lo crebbe sino a quando il futuro eroe non decise di tornare nella sua città natale per partecipare ai giochi in onore del Dio Poseidone. Fu così che Pelia incontrò Giasone e, temendo che volesse ucciderlo per rivendicare il trono, decise di mandarlo alla ricerca del famoso vello d’oro, il manto dorato di un ariete che si diceva fosse custodito nella Colchide, sotto il dominio di re Eeta. Giasone radunò così un gruppo di valorosi e prodi guerrieri tra cui Calaide e Zete, Ila, Meleagro, Filottete, Peleo, Telamone, Orfeo, Castore e Polluce, Idmone e Mopso, Issione ed Eufemo. Tutti insieme si imbarcano sulla mitica nave Argo e partirono alla ricerca del vello d’oro. Per trovarlo avrebbero dovuto superare tre prove a cui Re Eeta lo sottopose, non senza l’aiuto della Maga Medea, figlia dello stesso Re Eeta. Il viaggio di Giasone non si fermò però all’Elba. Al suo ritorno patria con l’aiuto di Medea riuscì a sconfiggere Pelia e, accusato della morte del sovrano, venne esiliato a Corinto dove si innamorò di Glauce. Non avendo mantenuto la promessa di sposare Medea, Giasone perse i favori della Dea Era e morirà a bordo della ormai fatiscente Argo. La spiaggia dove Giasone e gli Argonauti trovarono riparo fu chiamata Argo ed è oggigiorno conosciuta come spiaggia delle Ghiaie. La leggenda narra che, una volta giunti a riva, gli Argonauti si asciugarono il sudore utilizzando i ciottoli chiari e porosi presenti sulla spiaggia, lasciandoli segnati da macchie di colore nero-blu. I sassi della spiaggia delle Ghiaie sono tutt’ora caratterizzati da questa colorazione che li rende unici e fa sognare coloro che decidono di trascorrere su questa spiaggia le proprie giornate.
Germano Ferrari
Germano Ferrari
2025-07-26 09:40:58
Numero di risposte : 4
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La leggenda narra che Giasone per andare alla conquista del vello d’oro, attraversò tutto il Mediterraneo, scegliendo i componenti della sua ciurma tra i più famosi eroi dell’antica Grecia. Partito insieme agli Argonauti, con la nave risalì anche l’Eridano per giungere, infine, alla corte di Eete. Il mito di Giasone è arrivato a noi grazie a Omero, Esiodo e Apollonio, autore de “Le Argonautiche”
Danilo Rossetti
Danilo Rossetti
2025-07-26 09:31:11
Numero di risposte : 6
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Secondo la versione più comune della leggenda, il padre, quando fu spodestato dal fratellastro Pelia per salvare G. lo mandò presso il centauro Chirone, dal quale G. fu allevato, finché giunto ai 20 anni tornò a richiedere la signoria di Iolco indossando uno strano costume. Pelia, spaventato perché un oracolo gli aveva detto di guardarsi dall’uomo che avesse un solo calzare, promise a G. di restituirgli il regno se avesse conquistato il vello d’oro in Colchide. Sperava che l’eroe sarebbe morto nell’impresa, ma G. portò a compimento la spedizione degli Argonauti, tornò a Iolco e si impadronì del regno. Con sé portò da Medea, figlia di Eeta re della Colchide, dalla quale era stato aiutato e che gli diede un figlio, Medeio. Secondo un’altra versione, Medea convinse le figlie di Pelia a uccidere il loro vecchio padre e a farlo bollire, con il pretesto di ringiovanirlo con i propri incantesimi. Dopo la morte di Pelia, G. e Medea, cacciati da Iolco, si rifugiarono a Corinto, dove dopo 10 anni G. volle sposare Glauce, figlia del re Creonte. Ma Medea si vendicò del tradimento di G., facendo morire Glauce e Creonte e uccidendo i due figli avuti da G.. Secondo un’altra versione ancora G. morì schiacciato da un aplustre della nave Argo, cadutogli addosso mentre dormiva sull’istmo di Corinto. G. prese parte anche alla caccia del cinghiale calidonio. Le leggende di G. sono narrate da Pindaro nella Pitica IV, da Euripide nella Medea, da Apollonio Rodio nelle Argonautiche e fra i latini da Valerio Flacco. Fra le rappresentazioni figurate è notevole la tazza attica del 5° sec. a.C. rappresentante una versione particolare della leggenda argonautica. Il mito di G. è riprodotto, fra l’altro, nei dipinti di Agostino e Annibale Carracci e in un rilievo di B. Thorvaldsen.