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Chi era il figlio di Tartaro nella mitologia greca?

Federica Martini
Federica Martini
2025-10-18 09:42:13
Numero di risposte : 3
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Nel testo non è menzionato nessun figlio di Tartaro.
Salvatore Negri
Salvatore Negri
2025-10-07 22:02:56
Numero di risposte : 6
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Figlio del Tartaro e di Gea, ribellatosi contro Zeus, fu precipitato nel Tartaro.
Mariapia Barbieri
Mariapia Barbieri
2025-09-29 22:44:36
Numero di risposte : 4
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Tifone o Tifeo figlio di Gea e del Tartaro era un Gigante e nella mitologia greca era la personificazione del vento del sud ed era il padre di tutti i venti più cruenti e dei più orribili mostri. Egli infatti generò la Sfinge, Orto, Leone, Nemeo, Cerbero, l'Idra di Lerna e Chimera. Era stato concepito dalla madre Gea con l'intento di detronizzare Zeus nei confronti del quale era arrabbiata perchè aveva imprigionato i Titani. Tifone assalì Zeus nell'Olimpo alla cui vista tutti gli dei scapparono via trasformandosi in animali. Solo Zeus rimase e lo affrontò ma fu da questo sconfitto e inprigionato in una grotta in Cilicia dopo avergli tagliato i tendini dei polsi e delle caviglie. Ermes riuscì però a guarirlo e a liberarlo. Zeus riprese quindi la lotta contro Tifone e questa volta riuscì a vincere scagliandogli addosso la Sicilia. Tifone era rappresentato come un mostro con cento teste di drago ed era molto più alto di qualunque monte esistente.
Graziella Parisi
Graziella Parisi
2025-09-26 05:55:24
Numero di risposte : 4
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Tifone o Tifeo figlio di Gea e del Tartaro era un Gigante e nella mitologia greca era la personificazione del vento del sud ed era il padre di tutti i venti più cruenti e dei più orribili mostri. Tifone, anche detto Tifeo, il cui nome vuole dire "fumo stupefacente" era, nella mitologia greca, il figlio minore di Gea e Tartaro. Secondo altre versioni, Gea, delusa per la sconfitta dei suoi figli, i Titani e i Giganti, per opera di Zeus, si lamentò di lui presso la moglie del re degli dèi: Era. La regina degli dèi credette alle parole della dea e, decisa a vendicarsi contro il suo consorte, si rivolse a Crono, che Zeus aveva precedentemente spodestato, e lo pregò di aiutarla. Deciso a vendicarsi del figlio-rivale, il dio del tempo si masturbò su due uova, che affidò alla dea, aggiungendo di sotterrarle in modo che, al tempo prestabilito, si aprissero per dare alla luce un demone capace di spodestare lo stesso Zeus. Secondo il poeta Eschilo, Tifone fu confinato nell'Etna e fu motivo di eruzioni. Si unì ad Echidna da cui ebbe come figli la Sfinge, Cerbero, Otro, la Chimera e l'Idra di Lerna.
Alfonso Romano
Alfonso Romano
2025-09-15 18:18:15
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TIFONE (o Tifeo; Τυϕωεύς, Τυϕῶν, Typhoeus, Typhon) La mitologia (Esiodo) ne fece uno dei Giganti, figlio del Tartaro e di Gaia, e narrò della sua rivolta contro Zeus, per rovesciarlo dal trono. Dalle sue nozze con Echidna si dicevano generati varî altri mostri e giganti: La sua saga, di origine probabilmente beotica, fu arricchita dall'introduzione di elementi di provenienza orientale.
Cristyn Ferraro
Cristyn Ferraro
2025-09-15 18:00:33
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Tifone è figlio di Gea e Tartaro. Tifeo era un gigante, come lo era Encelado, uno dei Giganti che parteciparono alla cosiddetta Gigantomachia, in una delle tante lotte contro Zeus. Tifone fu confinato nell’Etna e fu motivo di eruzioni. Anche Esiodo, nella Teogonia, colloca il titano sotto il monte Etna. Tifone non aveva un gran bell’aspetto, anzi era, in quanto demone, brutto, molto brutto: mezzo uomo e mezzo animale era più alto di tutte le montagne e, spesso, la sua testa urtava le stelle. Zeus fu richiamato all’ordine dalla figlia Atena che gli ricordò che lui era il dio supremo dell’Olimpo e garante dell’armonia del mondo. Zeus, quindi, affrontò Tifeo ma fu da questo sconfitto e imprigionato in una grotta in Cilicia dopo avergli tagliato i tendini dei polsi e delle caviglie.
Vincenzo Galli
Vincenzo Galli
2025-09-15 17:00:27
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Tartaro è considerato il procreatore, insieme con Gaia, di Tifone. Secondo Esiodo, Tartaro è il luogo inteso come la realtà tenebrosa e sotterranea. La questione è insormontabile. Nella visione verticale viene descritto come una voragine buia, talmente profonda che lasciandovi cadere un'incudine questa avrebbe impiegato nove giorni e nove notti per toccarne il fondo. In Apollodoro Tartaro è il luogo tenebroso dell'Ade dove Urano rinchiuse i Ciclopi.