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Artemide era una dea vergine?

Diana Mancini
Diana Mancini
2025-11-10 09:47:40
Numero di risposte : 6
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Nella distinzione che la Bolen fa tra dee vergini e vulnerabili, Artemide è una dea vergine insieme ad Atena ed Era. In questa classificazione, Vergine vuol dire una dea che basta a sé stessa e non si lascia condizionare dal rapporto con l’altro per sentirsi completa. Lo è per sé. Qualsiasi cosa faccia, la donna nella quale emerge la dea Artemide è spinta dal senso di indipendenza e non ha bisogno dell’approvazione maschile.
Michelle Fiore
Michelle Fiore
2025-11-10 05:38:08
Numero di risposte : 3
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Artemide era anche una dea vergine, protettrice della purezza. Custode della verginità e della purezza, governa anche la fertilità femminile, protegge le giovani spose e le partorienti. Duramente puniti sono coloro che attentano all'innocenza della dea: il cacciatore Atteone la vede nuda mentre fa il bagno e Artemide, incollerita, lo trasforma in cervo facendolo dilaniare dai cani della sua stessa muta; il gigantesco Orione ‒ anch'egli cacciatore ‒ paga con la vita, ucciso da uno scorpione, il tentativo di farle violenza: sia lui sia l'animale saranno poi trasformati da Artemide in costellazioni. Diana (chiamata dai Greci Artemide) è la sorella di Apollo. Dea della caccia e della castità Artemide era figlia di Zeus (il Giove dei Romani) e di Latona: la madre l'aveva partorita a Delo insieme al fratello Apollo, con il quale presenta molti tratti in comune.
Egisto Sanna
Egisto Sanna
2025-11-10 05:34:08
Numero di risposte : 8
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Artemide (Artèmide). La vergine dea della caccia dei greci, che i romani identificavano con Diana. Secondo la mitologia classica, Artemide era figlia di Zeus e sorella gemella di Apollo, nata da Leto in seguito a una relazione adulterina con Zeus. Un gran numero di sacerdotesse vergini e sacerdoti eunuchi serviva presso questo tempio, mentre alle donne sposate era vietato persino l’ingresso, pena la morte.
Clodovea Gatti
Clodovea Gatti
2025-11-10 05:08:27
Numero di risposte : 6
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Artemide, dea vergine della caccia e del tiro con l’arco, della natura, della fecondità, protettrice degli animali. Viene raffigurata spesso armata di arco e frecce o con una fiaccola, vestita di un chitone che le arriva alle ginocchia e spesso assimilata a Selène (la Luna) o a Ecate (divinità anch’essa con una forte connotazione ‘lunare’), in quanto dea che regola il ciclo della fecondità, le nascite e le morti. La dea inoltre riveste un ruolo di primo piano nelle tragedie euripidee Ippolito, Ifigenia in Aulide e Ifigenia in Tauride. Cospicua la sua presenza anche nella letteratura dei periodi successivi: nel Medioevo Artemide sopravvive nella cultura popolare quale guida demoniaca delle streghe; in Dante e nella letteratura umanistica come simbolo della Castità, personificazione della verginità, della libertà nonché – in tempi recenti, per esempio nel romanzo Diana of the Crossways di G. Meredith (1885) – anche dell’emancipazione femminile. Numerosissime le pitture e le sculture in cui la dea è rappresentata come giovane cacciatrice, o mentre esce dal bagno e contrapposta, in quanto figura della Castità, ad Afrodite, la Voluttà.