Qual è la leggenda di Cariddi?
Aroldo Barbieri
2025-09-03 10:03:37
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: 5
Prima di essere un mostro, Cariddi era una naiade, figlia di Poseidone e Gea, dedita alle rapine e famosa per la sua voracità. Un giorno rubò a Eracle i buoi di Gerione e ne mangiò alcuni. Così Zeus la fulminò, gettandola poi in mare, dove mutò in un gigantesco mostro marino spaventoso. Cariddi divenne così la creatura più temuta, infestando le acque della sponda messinese con la sua furia. La leggenda ha da sempre spaventato marinai i viaggiatori, rendendo lo stretto tra Reggio e Messina famoso in tutto il Mediterraneo.
In prossimità di alcuni scogli, a pochi chilometri da Cariddi che abita la sponda Sicula.
Scilla, ninfa dalla bellezza sconvolgente, viene trasformata dalla maga Circe in un orrendo mostro ed infesta le acque dello Stretto insieme a Cariddi, devastante creatura marina creata da Zeus, capace di ingoiare e rigettare l’acqua del mare causando mortali vortici.
Rebecca Ferretti
2025-08-30 05:36:18
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: 6
È la storia di Scilla, ninfa dalla bellezza sconvolgente, trasformata dalla maga Circe nell’orrendo mostro che da secoli secondo la leggenda funesta le acque dello Stretto insieme a Cariddi, devastante creatura marina creata da Zeus capace di ingoiare e rigettare l'acqua del mare per tre volte al giorno causando mortali vortici.
Sulla sponda sicula, invece, erano le correnti marine a generare dei vortici, che si verificano ancora oggi ma di intensità minore, che spesso inghiottivano le imbarcazioni che vi passavano vicino.
Anche qui si pensò ad un mostro, Cariddi, che risucchiava l’acqua del mare e la rigettava creando enormi vortici.
Esseri condannati a vivere in eterno l’uno di fronte all’altro, entrambi presenza costante e inesorabile nel cuore del Mediterraneo.
Non tutti sanno che fino al XVIII secolo sotto la rocca di Scilla era presente una formazione di scogli molto particolare, essi davano l’impressione di una creatura mostruosa che usciva dalla grotta.
Al tempo dei greci, le mareggiate erano frequenti e le imbarcazioni che passavano per lo Stretto venivano spinte dal mare contro la rocca.
Con il mare in burrasca e gli scogli che dilaniavano le imbarcazioni causando la morte di molti, nacque il mito del mostro di Scilla.
Angelina De Angelis
2025-08-21 11:36:46
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: 5
Cariddi, dall’altra parte dello stretto, era un altro temibile mostro marino.
Figlia di Poseidone e di Gea, Cariddi era una ninfa che venne trasformata in un mostro marino da Zeus come punizione per aver rubato i buoi di Eracle.
Cariddi fu condannata a vivere sul fondo del mare, risucchiando e risputando enormi quantità d’acqua tre volte al giorno, creando vortici mortali.
I marinai temevano i suoi potenti vortici che rendevano il passaggio nello stretto di Messina estremamente pericoloso.
Cariddi creava enormi gorghi marini, capaci di inghiottire intere navi.
La combinazione di Scilla e Cariddi rappresentava una sfida quasi insormontabile per chiunque cercasse di navigare attraverso lo stretto.
Clea Greco
2025-08-11 10:59:56
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Cariddi era invece una ninfa, figlia di Poseidone e di Gea, nota per la sua ingordigia e golosità, che un giorno la portarono a rubare una mandria di buoi ad Eracle, per poi divorarli.
Eracle, figlio di Zeus, adirato per aver perso i suoi animali, si rivolse a suo padre, che per punirla la trasformò in un enorme mostro marino.
Secondo la descrizione fatta da Virgilio nell’Eneide, Cariddi “Tre volte i vasti flutti rigirando assorbe, e tre volte a vicenda li ributta”.
I due mostri sono dunque tra i più pericolosi ostacoli che Ulisse deve superare nel suo viaggio di ritorno verso Itaca.
L’eroe omerico, piuttosto che affrontare Cariddi, il quale avrebbe risucchiato e rigettato il mare con estrema violenza, provocando di sicuro la distruzione dell’imbarcazione, preferì affrontare lo Stretto dal lato presidiato da Scilla, sacrificando comunque sei dei suoi compagni, divorati dal mostro marino, ma riuscendo a proseguire il viaggio.
Liliana Montanari
2025-08-08 13:04:49
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: 5
Cariddi è un mostro marino della mitologia greca. In principio era una naiade, figlia di Poseidone e Gea, dedita alle rapine e famosa per la sua voracità. Un giorno rubò a Eracle i buoi di Gerione e ne mangiò alcuni, tanto che Zeus la fulminò e la fece cadere in mare, dove la mutò in un gigantesco mostro simile a una lampreda, con una gigantesca bocca piena di varie file di numerosissimi denti e una voracità infinita, che risucchiava l'acqua del mare e la rigettava, creando enormi vortici che affondavano le navi in transito. La leggenda la situa presso uno dei due lati dello stretto di Messina, di fronte all'antro del mostro Scilla, sicché le navi che imboccavano lo stretto erano costrette a passare vicino a uno dei due mostri. Cariddi è menzionata anche nel canto XII dell'Odissea di Omero, in cui si narra che Ulisse preferì affrontare Scilla, perdendo quindi solo sei compagni, anziché l'intero equipaggio. Nel destro lato è Scilla, nel sinistro è l’ingorda Cariddi, una vorago d’un gran baratro che tre volte i vasti flutti rigirando assorbe, e tre volte a vicenda li ributta con immenso bollor fino a le stelle.
Domenica Neri
2025-08-01 19:46:30
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: 5
È il famoso vortice ricordato dall'Odissea e collocato di fronte a Scilla, sotto una rupe non alta dominata da un caprifico.
Anche nel mito degli Argonauti ricorre il nome del vortice che Giasone e i suoi poterono scansare grazie all'aiuto di Tetide.
Quando le peregrinazioni di Odisseo furono localizzate in Occidente, forse in seguito alle navigazioni dei Calcidesi in questi mari, anche Cariddi venne indicata nello Stretto di Messina dove il vortice fu identificato con uno dei tanti gorghi formati dall'incontrarsi delle correnti.
Ruth Sorrentino
2025-07-20 06:40:59
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: 6
Una leggenda incentrata sull'ambiente marino, ambientata nello Stretto di Messina.
In uno scoglio viveva una creatura mostruosa, di nome Cariddi.
Si trattava della figlia della Terra e di Poseidone.
Durante la vita da donna, fu sempre molto vorace tanto che quando Eracle attraversò lo Stretto con le mandrie di Gerione, Cariddi divorò gli animali.
Fu così che Zeus la punì, colpendola con uno dei suoi fulmini e facendola precipitare in mare.
Fu allora che Cariddi da donna diventò un mostro.
Ogni giorno, e per tre volte al dì, Cariddi ingurgitava acqua con tutto ciò che in essa si trovava, inghiottendo anche navi che si avventuravano nei suoi paraggi.
Solo Ulisse riuscì a sfuggire al mostro quando passò dallo Stretto, in seguito al naufragio provocato dal sacrilegio contro i buoi del Sole.
Ulisse infatti riuscì ad aggrapparsi a un albero di fico cresciuto all'interno della grotta dove si trovava Cariddi.
Ulisse si mise in salvo, riprendendo così la navigazione.
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