Qual è la leggenda degli Argonauti?
Nadia Costa
2025-09-26 22:03:28
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: 6
Gli Argonauti, secondo la mitologia greca, furono un gruppo di circa 50 eroi leggendari che guidati da Giasone diedero vita a una delle più affascinanti narrazioni della mitologia greca.
Il padre, re Iolco Esone, fu fatto prigioniero del fratellastro Pelia, il quale ne usurpò il trono e uccise tutti i discendenti di Eolo che, secondo la profezia di un oracolo, avrebbero potuto ucciderlo.
Re Esone e la consorte Polimela riuscirono a salvare Giasone dalla tirannia di Pelia affidandolo al centauro Chirone che lo crebbe sino a quando il futuro eroe non decise di tornare nella sua città natale per partecipare ai giochi in onore del Dio Poseidone.
Fu così che Pelia incontrò Giasone e, temendo che volesse ucciderlo per rivendicare il trono, decise di mandarlo alla ricerca del famoso vello d’oro, il manto dorato di un ariete che si diceva fosse custodito nella Colchide, sotto il dominio di re Eeta.
Giasone radunò così un gruppo di valorosi e prodi guerrieri tra cui Calaide e Zete, Ila, Meleagro, Filottete, Peleo, Telamone, Orfeo, Castore e Polluce, Idmone e Mopso, Issione ed Eufemo.
Tutti insieme si imbarcano sulla mitica nave Argo e partirono alla ricerca del vello d’oro.
Per trovarlo avrebbero dovuto superare tre prove a cui Re Eeta lo sottopose, non senza l’aiuto della Maga Medea, figlia dello stesso Re Eeta.
Lidia Palumbo
2025-09-15 09:52:11
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: 4
Giasone fu spinto alla pericolosa impresa da Pelia – usurpatore del trono di Esone, padre di Giasone, a Iolco in Tessaglia – che aveva avuto dall’oracolo una predizione di morte per mano di Giasone. I principali fra i 55 A., oltre a Giasone, furono Acasto, Anceo, Anfiarao, Calai, Castore, Echione, Eracle, Erito, Eufemo, Ida, Ifito, Ila, Linceo, Meleagro, Oileo, Peleo, Piritoo, Polluce, Polifemo, Telamone, Zete e i vati Orfeo, Mopso, Idmone. Partiti da Pagase, gli A. indugiarono a Lemno con le donne dell’isola che avevano fatto strage dei loro uomini. Indotti da Eracle a riprendere il viaggio, dopo molte avventure, giunsero nella Colchide a Ea, la città del re Eeta, custode del vello, del quale Giasone si impadronì con l’aiuto di Medea, la figlia del re innamoratasi di lui. Gli A. per l’Istro giunsero all’Eridano, di qui al Rodano, poi al mare Ausonio. La leggenda, formatasi sui racconti dei più antichi viaggi greci verso il Mar Nero, si arricchì di infinite tradizioni locali e di particolari novellistici ed ebbe numerosi riflessi anche nelle arti figurative. La leggenda degli Argonauti è narrata dal poema in 4 libri Le Argonautiche di Apollonio Rodio.
Liliana Fiore
2025-09-15 07:24:19
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: 5
La leggenda narra che Giasone per andare alla conquista del vello d’oro, attraversò tutto il Mediterraneo, scegliendo i componenti della sua ciurma tra i più famosi eroi dell’antica Grecia.
Partito insieme agli Argonauti, con la nave risalì anche l’Eridano (il fiume Po )per giungere, infine, alla corte di Eete.
Benedetta De luca
2025-09-15 06:29:03
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: 6
L'impresa degli Argonauti è una delle più affascinanti del mito greco.
Il tema del viaggio sulla nave Argo e dell'avventura in tanti luoghi misteriosi si intreccia con quello della storia d'amore tra Giasone e Medea: dei ed eroi, ma anche una fanciulla dotata di straordinari poteri magici, agiscono su uno sfondo remoto e selvaggio, tra insidie mortali, mostri e prodigi.
La nave Argo attraversa il Ponto Eusino, risale la corrente dell'Istro, si immette nell'Adriatico, poi attraverso l'Eridano e il Rodano giunge nel mare Ausonio.
Dopo una sosta al promontorio abitato dalla maga Circe, dove Giasone e Medea vengono purificati dell'uccisione di Apsirto, gli Argonauti toccano l'isola delle Sirene, passano tra Scilla e Cariddi e approdano all'isola dei Feaci, ove sono raggiunti nuovamente dai Colchi;
ma il re Alcinoo li respinge dopo aver unito Giasone e Medea in matrimonio.
Sbattuti sulle coste della Libia da una tempesta, gli Argonauti sono costretti a portare la nave sulle spalle attraverso il deserto.
Riprendono il mare e giungono a Creta, dove Medea con la sua magia sventa la minaccia del gigante di bronzo Talos.
Infine, dopo altre tappe, la nave fa ritorno in Tessaglia.
Pelia pone come condizione che egli riporti in Tessaglia il vello d'oro del montone sul quale un giorno due giovani, Frisso ed Elle, erano volati via per scampare al padre Atamante che voleva sacrificarli:
Elle era caduta nel tratto di mare che da lei prese il nome di Ellesponto;
Frisso era invece giunto sulla costa orientale del Mar Nero, nella Colchide, l'attuale Georgia;
lì il montone era stato sacrificato e il suo vello consacrato nel bosco del dio Ares, ben sorvegliato da un mostruoso serpente sempre vigile.
Pur consapevole dei rischi, Giasone accetta.
Per la difficile missione gli eroi più valorosi si imbarcano sulla nave Argo, costruita con l'aiuto della dea Atena:
tra gli altri, Ercole, Orfeo, Castore e Polluce.
Il viaggio è pieno di pericoli.
Gli eroi indugiano a lungo a Lemno, ove le donne, che avevano sterminato i loro mariti, li trattengono con le armi della seduzione;
si scontrano per un tragico errore con i Dolioni, che pure li avevano accolti ospitalmente;
perdono Ercole, che rimane in Misia in cerca del suo giovane servo Ila, rapito dalle Ninfe;
approdano nella terra dei Bebrici, ove Polluce in una gara di pugilato sconfigge e uccide Amico, violento re del luogo;
incontrano l'indovino Fineo e lo liberano dal tormento delle Arpie, ricevendone in cambio importanti consigli sulla prosecuzione del viaggio.
Primi tra gli uomini riescono a passare indenni, con l'aiuto divino, lo stretto delle Simplegadi, rocce mobili cozzanti l'una contro l'altra;
sfuggono con un astuto espediente all'insidia degli uccelli dell'isola di Ares, che usano le loro penne come frecce, e giungono infine in Colchide presso il re Eeta.
Eeta non respinge formalmente la richiesta di Giasone di riavere il vello d'oro, ma gli impone una prova di valore, certo che in essa l'eroe troverà la morte:
aggiogare due possenti tori dagli zoccoli di bronzo e spiranti fiamme dalle narici, arare il duro campo di Ares, seminarvi i denti di un drago e uccidere i guerrieri che, all'istante, germineranno dalla terra.
Giasone è sgomento;
ma in suo aiuto interviene la figlia del re, Medea, che, innamoratasi del giovane eroe, lo fortifica con le potenti arti magiche di cui è esperta, consentendogli così di superare la prova.
Con un filtro la fanciulla addormenta poi il serpente posto a guardia del vello d'oro, e Giasone può facilmente conquistarlo.
Inizia la fuga, lunga ed estenuante,
con i Colchi che inseguono e con Medea che, una volta raggiunta, non esita a farsi complice di Giasone nell'uccisione del proprio fratello Apsirto.
Gli Argonauti toccano l'isola delle Sirene,
passano tra Scilla e Cariddi e approdano all'isola dei Feaci,
ove sono raggiunti nuovamente dai Colchi;
ma il re Alcinoo li respinge dopo aver unito Giasone e Medea in matrimonio.
Infine, dopo altre tappe, la nave fa ritorno in Tessaglia.
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