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Qual è il significato di Stige?

Cosetta Greco
Cosetta Greco
2025-09-17 05:34:22
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Stige e anche il nome del più anziano dei figli di Oceano e Teti nella Teogonia esoidea, Stige assieme a loro andò in aiuto di Zeus nella lotta contro i giganti garantendogli la vittoria. Zeus, per dimostrarle la sua riconoscenza le conferisce il potere di essere garante del giuramento pronunciato dagli dei. Nella Teogonia, a riguardo, così si legge nei versi 781-785 “E se mentisce alcuno dei Numi immortali, il Croníde Iride invia, che rechi da lungi, in un calice d’oro, il giuramento solenne, la celebre gelida linfa che scaturisce giú da un’irta precipite roccia.” In pratica quando un Dio faceva un giuramento la messaggera degli Dei Iride doveva riempire un orcio d’oro dell’acqua del fiume Stige che portava sul monte Olimpo come una sorta di testimone del giuramento fatto. Malasorte e Sventura capitava a chi usava infrangere giuramento. Nel poema infatti si spiega che il traditore veniva colto da paralisi per un anno intero ed esiliato dall’Olimpo per nove anni periodo in cui non poteva avere contatti neanche con gli altri dei. Tale forma di esilio si interrompe allo scoccare del decimo anno. Conosciamo la valenza magica del numero 9 come numero perfetto in quanto risultato del 3 x 3. quindi sicuramente i 9 anni non sono stati scelti a caso. Ma lo Stige è divenuto famoso tra i più grazie a Dante e alla sua Divina Commedia, dove ispirandosi alla mitologia classica il poeta ne fa uno dei fiumi infernali. lo troviamo per la prima volta all’interno del canto VII al quinto cerchio dell’inferno. Lo Stige come tutti i fiumi infernali nella geografia dantesca nasce dalle lacrime del gran veglio di Creta figura ripresa da Dante dalla Bibbia, che qui ci limitiamo ad accennare ma di cui ci ripromettiamo un approfondimento. Il gran veglio di Creta è una statua fatta di diversi materiali e percorso da fratture dalle quali escono delle lacrime che convergendo vanno ad alimentare i fiumi infernali e sfocia poi in una palude a cui dà il nome. L’acqua era buia assai più che persa; e noi, in compagnia de l’onde bige, In la palude va c’ha nome Stige questo tristo ruscel, quand’è disceso al piè de le maligne piagge grige (Divina Commedia Canto VII – Inferno – VV 105-108) Luogo di supplizio Eterno per gli iracondi che, chi più chi meno, sono immersi nelle sue acque putride, al punto che la palude ribolle per le parole ed i sospiri delle anime che ne sono completamente sommerse. Le anime che meno colpevoli non son completamente sommerse ma solo immerse, si picchiano e sbranano tra loro. Dante attraversa la palude stigia facendosi traghettare assieme a Virgilio da Flegias personaggio della mitologia classica che il poeta prende in prestito dell’eneide di Virgilio, dandogli però il compito di nocchiero, simile a Caronte. Le anime dello Stige son così accecate dall’ira, che uno spirito, incurante delle conseguenze al passaggio di Dante, si solleva dalle acque e cerca di trascinarlo giù dalla barca. Sarà Virgilio a salvare lo spaventato poeta ributtando l’anima dannata nella palude e abbracciando Dante che immaginiamo alquanto scosso.
Ausonio Ferrari
Ausonio Ferrari
2025-09-17 04:59:20
Numero di risposte : 3
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Il nome in greco è femminile e, quando è inteso come una personificazione, indica una figlia della Notte e di Erebo oppure una delle Oceanine figlie di Oceano e di Tetide. Stige è l'odiosa e orrenda dea, solitaria abitatrice del Tartaro; e dalle rocce della sua dimora scorre quell'acqua che è detta "stigia" e che serve agli dei per solenne giuramento. Stige dunque rappresenta il mondo sotterraneo, e la concezione omerica coincide con quella esiodea; così l'espressione "acqua di Stige" viene usata nell'Iliade VIII, 369, per indicare complessivamente l'oltretomba, quasi confine di esso. Nell'Odissea invece la concezione topografica dell'oltretomba sembra diversa, o per lo meno è più specificata; leggiamo in essa che dallo Stige deriva il Cocito, il quale, al pari dell'altro fiume, il Flegetonte, si getta nell'Acheronte. Ma questa figurazione platonica non basta a far supporre che lo Stige dell'Odissea debba considerarsi come un corso d'acqua terrestre e non (anche) infernale; anzi è probabile che la relazione tra fiumi terrestri e riviere infernali, accennata nel Fedone e combattuta da Aristotele, risalga ad antichissime credenze popolari. Anche in Il., II, 755, leggiamo che il fiume Titaresio in Tessaglia deriva dall'acqua di Stige; e come l'Acheronte s'identificava in corsi d'acqua o paludi presso le quali si favoleggiava dell'esistenza di un ingresso all'oltretomba, lo stesso avvenne naturalmente per lo Stige.