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Che poteri ha l'Ade?

Ivonne Grassi
Ivonne Grassi
2025-04-30 18:43:15
Numero di risposte: 2
Ade, Zeus e Poseidone Come tutti gli dei, Ade era immortale e invincibile in alcuni casi. Riesce a mutare la propria forma, dimostrandolo anche nella sua battaglia contro Kratos. Come un dio, Ade possiede una grande forza paragonabile a quella di Zeus e Poseidone. Come sovrano degli inferi ha il controllo sulle anime dei morti e con l'aiuto degli artigli riesce a strappare via l'anima di chiunque e, assorbendole, la sua forza cresce notevolmente.
Valdo Rizzo
Valdo Rizzo
2025-04-26 22:27:19
Numero di risposte: 2
Il dio Ade è raramente assunto a protagonista di narrazioni mitologiche. Nell’episodio più famoso, egli rapí Persèfone/Kore, figlia della dea Demetra, facendone la propria sposa. Il suo elmo – noto come kunée perché costruito con pelle di cane – aveva il potere di rendere invisibili e funge da oggetto magico in miti che riguardano altre divinità. Tale tradizione è probabilmente da mettere in rapporto con una delle più diffuse pseudoetimologie del nome Ha-ides. In qualità di Plutone, Ade diventa un dio della fertilità e della ricchezza, chiaramente indicate dall’attributo della cornucopia. Altri suoi simboli erano lo scettro, il trono, la melagrana, come emblema di fertilità. La convergenza di tratti ‘inferi’ e tratti ‘agricoli’ fanno di Ade una divinità tipicamente ‘ctonia’.
Dino Amato
Dino Amato
2025-04-15 03:48:55
Numero di risposte: 2
Il dio dei morti Ade significa "invisibile" e il suo nome è anche il nome del regno dei morti. Il dio era noto anche come Plutone, dal greco plùtos, per le ricchezze che la terra serba nelle sue viscere, o forse per l'abbondanza di sudditi su cui egli aveva potere nell'oltretomba. Sua sposa era Persefone, da lui rapita sulla Terra. A traghettare le anime dei morti nell'Ade era il vecchio Caronte a bordo della sua imbarcazione: per pagargli il costo della traversata, ai morti veniva posto nella bocca un obolo. A guardia della porta dell'Ade era talora rappresentato Cerbero, mostruoso cane a tre teste. Il suo ingresso era delimitato dall'Acheronte, in cui si versavano il Piriflegetonte e il Cocito, che si diramava dallo Stige. Era credenza diffusa che solo dopo aver ricevuto gli onori funebri l'anima del defunto potesse attraversare l'Acheronte e trovare finalmente pace. Già Omero tuttavia conosce un abisso al di sotto degli stessi Inferi, il Tartaro, in cui alcune figure del mito subiscono duri supplizi a causa di colpe particolarmente gravi. In questo luogo Sisifo, Tantalo, Tizio subivano supplizi in eterno per le loro colpe particolarmente gravi. Inoltre, Omero conosce anche i Campi Elisi, dove Menelao, in quanto genero di Zeus, trascorrerà felicemente i suoi giorni evitando la morte. Il dio dei morti aveva quindi il potere di comandare i supplizi e le ricompense per i morti e il potere di controllare l'ingresso dell'Ade tramite Caronte e Cerbero.