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Come viene descritto il mondo degli inferi?

Angelo Pagano
Angelo Pagano
2025-04-15 12:24:48
Numero di risposte: 3
Il concetto di inferi come luogo punitivo per le anime che avevano peccato durante la loro vita terrena o che non erano riuscite a raggiungere la gloria eterna esiste già nelle mitologie più antiche. Nonostante molte mitologie siano parecchio distanti tra loro, sia in termini di tempo che in termini di distanza, vi sono alcuni elementi che si ripetono: il più evidente è sicuramente la struttura divisa in livelli, in modo da punire in maniera esponenziale tutti i peccati dal meno grave al più grave. Il Niflheimr rappresenta dunque il posto dedicato alle anime non degne di entrare nel Valhalla, riservato solo alle anime dei valorosi guerrieri morti gloriosamente in battaglia, ed è diviso in diversi livelli. Il livello più basso è il Náströnd, il bordo dei cadaveri, dove sorge un castello pieno del veleno dei serpenti. In questo fortezza assassini, feriti e adulteri soffrono indicibili tormenti da parte del drago Níðhǫggr, il quale risucchia il sangue dai loro corpi. Nel caso della mitologia greca non esistono singolarmente l’inferno e il paradiso, ma si trovano entrambi sotto il nome di "Ade", che rappresenta l’intero aldilà. Qui arrivavano tutte le anime dei defunti che venivano portate in diversi luoghi in baso a ciò che fecero durante la loro vita. Tre sono i principali luoghi dell’Ade: i prati di asfodelo, il luogo in cui risiedono eternamente la maggior parte delle anime dei defunti, dove conducono un'esistenza inconsistente e senza oggetto, i Campi Elisi, dove dimoravano dopo la morte le anime di coloro che erano giudicati buoni dai tre giudici delle anime: Minosse, Radamante ed Eaco, e infine il Tartaro, il punto più profondo degli inferi, un luogo punitivo per eroi e dei che avevano infranto le leggi divine. Il reame dei morti nella mitologia cinese è situato in una montagna, la Fengdu, ed è costituito dal Diyu, un labirinto di stanze, ognuna con l’obbiettivo di giudicare un diverso tipo di peccato. Tale regno è governato da Yan Luo Wang, il Re degli Inferi. L'inferno cinese è suddiviso in più strati e rispecchia la visione in classi della società cinese, che si regge sul principio di giudici che governano in modo retto e terribile. A governare ognuno di questi strati vi sono numerosi Dei; tuttavia, il numero dei livelli non è certo: si parte da 3-4 livelli ed in alcune leggende si arriva perfino a 18. Similmente all’inferno cristiano le anime sono tormentate dai demoni. La particolarità degli inferi cinesi è rappresentata dal tempo passato dalle anime all’interno di essi; la condizione infernale, infatti, non è permanente e le preghiere dei vivi possono aiutare i morti a passare i vari stadi di purificazione e liberarsi. Espiati i propri peccati, all'anima viene data la Coppa dell'Oblio da Meng Po, un'anziana signora che accompagna le anime negli inferi. L'anima viene quindi rispedita nel mondo dei vivi per una nuova reincarnazione, dove vivrà nuovamente per dimostrare di perseguire la Via del Tao (la virtù), giungere alla perfezione e divenire immortale.
Alessandra De luca
Alessandra De luca
2025-04-15 09:40:49
Numero di risposte: 2
Il regno dei morti era immaginato talora ai confini del mondo, oltre l'oceano, più spesso era posto sotto la terra. Il suo ingresso era delimitato dall'Acheronte, in cui si versavano il Piriflegetonte e il Cocito, che si diramava dallo Stige. Era credenza diffusa che solo dopo aver ricevuto gli onori funebri l'anima del defunto potesse attraversare l'Acheronte e trovare finalmente pace. A traghettare le anime dei morti nell'Ade era il vecchio Caronte a bordo della sua imbarcazione. A guardia della porta dell'Ade era talora rappresentato Cerbero, mostruoso cane a tre teste. Le anime dei morti conducono un'esistenza oscura e non riccordano nulla della vita terrena, più tardi si tenderà a credere che esse abbiano bevuto l'acqua del Lete, il fiume dell'oblio. Tutti i defunti sembrano vivere nell'Ade una stessa condizione. Già Omero tuttavia conosce un abisso al di sotto degli stessi Inferi, il Tartaro, in cui alcune figure del mito subiscono duri supplizi a causa di colpe particolarmente gravi. Il Tartaro è abitato da figure come Sisifo, costretto a spingere lungo un pendio un gran masso che ogni volta rotola all'indietro, Tantalo, che ha vicino a sé acqua e frutti in abbondanza ma è condannato a soffrire la fame e la sete in eterno e Tizio, al quale due serpenti divorano il fegato. In altri autori si legge che ai giusti e agli eletti toccherà in premio di trascorrere la vita ultraterrena nelle "isole dei beati".
Pietro Coppola
Pietro Coppola
2025-04-15 09:03:06
Numero di risposte: 1
Per Omero l’aldilà non ha un carattere di vero e proprio “regno” esteso, ma nell’Odissea viene descritto solamente come un grande spazio oscuro e misterioso, dove soggiornano in eterno le ombre degli uomini senza apparente distinzione tra ombre buone e ombre malvagie, e senza nemmeno un’assegnazione di pena o di premio in base ai meriti terreni. Giunto nel luogo prescelto, scava una fossa, vi versa vino, miele e acqua, per poi cospargere il tutto di farina bianca. In seguito, pregate le anime dei morti, sgozza sulla fossa alcune vittime sacrificali e vi fa colare dentro il loro sangue. Improvvisamente, gridando ed emergendo dalle buie profondità, le anime dei morti si affollano intorno alla fossa, ma l’eroe le tiene lontane, perché così gli è stato ingiunto di fare. Dunque Ulisse, in realtà, non entra materialmente nell’Ade, ma evoca le anime e poi dialoga con loro per conoscere ciò che nel frattempo è successo e ottenere utili consigli per il suo futuro. Oltre all’indovino Tiresia, Ulisse incontra sulla porta dell’Ade il compagno insepolto Elpenore, la madre Anticlea ed i propri compagni d’armi durante la guerra di Troia. Si tratta di Agamennone, Achille, Patroclo, Antiloco e Aiace. Infine i grandi dannati: Minosse, Orione, Tizio, Tantalo e Sisifo.