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Qual è l'epiteto di Iride?

Eugenio Bianchi
Eugenio Bianchi
2025-07-31 23:01:50
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Iride per i Romani. La dea madre di tutti i colori era Iride. Alcuni la descrivono dotata di ali dorate, altri la volevano vestita con un manto variopinto, forse formato da gocce iridescenti, i cui colori lasciavano la scia nel cielo. La dea greca Atena viene citata talvolta con l'epiteto glaucopide. Il cui significato è comunemente interpretato come dagli occhi brillanti oppure dagli occhi azzurri, cerulei. Osiride, intermediario tra la vita e la morte, viene descritto a volte con artigli d'oro, il capo di lapislazzuli e la corona di malachite. Nei riti in cui si celebrava la morte del dio veniva portata in processione una statua che lo rappresentava, fatta di lapislazzuli. Il blu-azzurro era presente anche nella decorazione delle costruzioni funerarie. I soffitti erano spesso dipinti di azzurro e cosparsi di stelle a simboleggiare i campi scintillanti che il defunto avrebbe raggiunto dopo la morte. Gilgamesh. Riscontriamo la presenza del lapislazzuli anche nel poema più antico della storia: l'epopea di Gilgamesh. Il serpente piumato Quetzalcoatl. Secondo un mito azteco il Serpente Piumato, il dio Quetzalcoatl, in una delle tante sembianze che poteva assumere, aveva carnagione chiara e occhi azzurri. Buddha blu della medicina. Vairochana - bianco - trasforma l'illusione di ignoranza nella saggezza della realtà. Akshobhya - blu - trasforma la rabbia in saggezza. Amitabha - rosso - trasforma l'illusione di attaccamento nella saggezza del discernimento. Il Maestro Blu della Guarigione è una delle figure più onorate nel pantheon buddista. Il cui corpo color cielo, santo corpo di lapislazzuli Significa onnisciente saggezza e compassione Vasta come spazio illimitato.
Donatella Verdi
Donatella Verdi
2025-07-24 08:57:54
Numero di risposte : 1
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Iride, conosciuta anche come Iris, Iri, Taumantia e Taumantiade, è un personaggio della mitologia greca. Dea minore dell'Olimpo, messaggera degli dèi e personificazione dell'arcobaleno. È citata nell'Iliade, in cui si legge, ad esempio, che «Zeus padre dall’Ida… incitò… Iris dall’ali d’oro a portare in fretta un messaggio.» Nel quinto libro dell'Eneide è inviata da Giunone per incitare le troiane, stanche dei travagli del lungo vagare, a dare alle fiamme la flotta di Enea. Iride svolge il suo compito di messaggera grazie a grandi ali d'oro con le quali vola rapida a portare gli ordini di Zeus. Nella Divina Commedia, Dante afferma in Purgatorio che nell’alto di quella montagna non poteva arrivare gli umidi vapori della terra, né perciò si verificavano piogge, e neppure l'arcobaleno, che si forma nell’aria dopo la pioggia. Iris è citata in queste terzine come colei che suscita l'arcobaleno ed è indicata con l'epiteto "figlia di Taumante". Dante cita la dea, con il nome di "Iri", anche in Paradiso XXXIII. L'epiteto di Iride è figlia di Taumante.