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Qual è la leggenda di Cadmo?

Samira Palumbo
Samira Palumbo
2025-10-04 03:02:34
Numero di risposte : 6
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Cadmo fu inviato dal padre alla ricerca della sorella, ma l’oracolo di Delfi gli ingiunse di seguire una giovenca nella quale si sarebbe presto imbattuto, e di fondare una città laddove l’animale si fosse fermato. Ciò accadde in Beozia, dove Cadmo dovette affrontare un serpente consacrato ad Ares e posto a difesa di una fonte, dopo che il mostro ebbe ucciso alcuni dei suoi compagni. Uscito vittorioso dallo scontro e ispirato da Atena, Cadmo seminò i denti del serpente e dalla terra nacquero meravigliosamente dei guerrieri, che presero a scontrarsi fra loro sino alla sopravvivenza di cinque eletti. Questi ultimi, noti con il nome di Sparti, avrebbero aiutato Cadmo nella fondazione della rocca che dall’eroe prese il nome – la Cadmèa – e che costituiva per la tradizione il nucleo più antico della città di Tebe. Della stessa città Cadmo divenne re, dopo aver servito Ares per otto anni onde espiare l’uccisione del serpente. Dopo aver fondato Tebe e aver scontato le sue colpe verso il dio della guerra, Cadmo sposò la figlia dello stesso Ares e di Afrodite, Armonia, in una cerimonia cui furono invitati tutti gli dèi dell’Olimpo. Sul finire della loro vita, gli sposi abbandonarono Tebe affidandone il regno a Penteo, figlio di Agave e di uno degli Sparti, Echìone. Cadmo si trasferì presso gli Encelei, in guerra contro gli Illiri, garantendo loro la vittoria e divenendo re dell’Illiria, della cui popolazione Cadmo è considerato capostipite per il tramite del figlio Illìrio. Una volta morto, fu deificato e trasferito insieme ad Armonia nei Campi Elisii.
Dino Coppola
Dino Coppola
2025-09-25 13:08:29
Numero di risposte : 3
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Agenore, re di Tiro, ordinò al figlio Cadmo di mettersi in cerca della sorella Europa, minacciandogli l’esilio nel caso non l’avesse trovata. Percorso l’intero globo e non trovata la sorella, Cadmo evitò di tornarsene in patria. Si rivolse all’oracolo di Febo, il quale gli confessò che in una terra deserta avrebbe trovato una giovenca, che mai aveva subito il giogo. Egli impresse dei baci sul suolo e onorò immediatamente Giove, ordinando a dei servi di recarsi ad attingere dell’acqua per la cerimonia, ad una sorgente presso una foresta, nascosta sotto una bassa volta. A guardia della fonte, un serpente, generato da Marte, e screziato di squame d’oro, con gli occhi di fuoco, e pieno di veleno, dotato di tre lingue guizzanti tra tre file di denti. Cadmo, constatata la lunga assenza dei servi, si mise a cercarli. Indossava una pelle strappata ad un leone, e recava un’asta smagliante di ferro, ma la sua arma micidiale era l’invitto coraggio, che nutriva nel cuore. Giunto nella foresta, vide i cadaveri dei suoi uomini, deciso a vendicarli, scagliò contro il serpente un sasso enorme, non ferendolo affatto. Miglior fortuna ebbe il dardo scagliato, che si conficcò nella spina dorsale dell’animale, il quale la strappò dalle sue viscere per mezzo della bocca. Solo il ferro gli rimase tra le ossa, provocandogli un insanabile dolore, per cui ammorbò con l’alito l’aria, mentre continuava a muoversi sconsideratamente per il dolore. Mentre l’anima rantolava, una voce si udì: «Perché, figlio di Agenore, guardi quel serpente ucciso? Tu stesso come serpente sarai guardato». Ecco che appare la comunicazione con gli Dei, i quali avvisano, sempre con presagi, gli uomini, che stanno andando incontro al loro destino. Quelle parole smarrirono Cadmo, così dal cielo, Atena discese, per ordinargli di dare sepoltura ai denti del drago, prodromi di un popolo futuro. E così l’Eroe ubbidì ed appena finita l’opera, la terra iniziò a tremare, e dalle fratture terrestri affiorarono delle picche di lance, quindi degli elmi ed una serie sterminata di armati. Cadmo sarebbe stato pronto a difendersi, se non avesse ascoltato una voce, che gli ordinava di non intromettersi in guerre civili. In quel preciso momento, uno dei soldati fu colpito da un dardo, mentre infuriò la battaglia, che provocò la fine immatura di quella gioventù, salvo cinque soli superstiti, tra cui Echione, che gettò le armi al suolo, eseguendo l’ordine di Atena e rappacificandosi coi fratelli. Quei superstiti contribuirono alla fondazione di Tebe, città voluta dall’oracolo di Apollo, dove Cadmo trovò rifugio, protetto da Marte e Venere, e babbo di numerosissima prole. Il cammino dell’Eroe è sempre cosparso di tragici eventi: il dolore quale porta, per entrare in una dimensione superiore, oltre, lontana.
Barbara Pellegrini
Barbara Pellegrini
2025-09-20 05:41:42
Numero di risposte : 3
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Cadmo è un personaggio della mitologia greca, figlio di Agenore, re della città fenicia di Tiro, e di Telefassa, nonché fratello di Europa. Quando la sorella Europa venne rapita da Zeus, il padre Agenore lo inviò coi fratelli Fenice e Cilice, alla sua ricerca, ordinando di non tornare prima d'averla trovata. Così ogni fratello alla fine si disperse e, una volta stabilitisi in nuove terre lungo le coste del Mediterraneo, divennero eponimi e capostipiti di altri popoli. Cadmo iniziò recandosi presso l'oracolo di Delfi per avere consiglio. L'oracolo gli suggerì di interrompere la ricerca, poiché sarebbe stato il fondatore di una nuova città. Avrebbe dovuto seguire una vacca e, quand'essa si fosse fermata, lì edificare la città. Dopo averla sacrificata giustamente e puramente, fonda sulla collina più alta una città dalle vie larghe e manda agli Inferi il terribile custode del dio della guerra. Di lì a poco Cadmo e i suoi compagni incrociarono una vacca diretta a oriente e la seguirono. L'animale si fermò solo al centro della Beozia: qui Cadmo decise di edificare la città. Atena, per riconoscenza, gli comparve e gli suggerì di seminare i denti del drago. Cadmo lo fece e d'un tratto da ogni dente spuntò un uomo armato. Ne sopravvissero solo cinque, che aiutarono Cadmo a costruire la "Cadmea", la rocca della nuova città di Tebe. In vecchiaia Cadmo e Armonia, quando Dioniso distrusse la casa reale, furono esiliati in Illiria dove ebbero un altro figlio, Illirio, capostipite del popolo degli Illiri. Ormai vecchio e morente, Cadmo fu tramutato in serpente insieme ad Armonia, che volle rimanere con lui. Alla loro morte, però, Cadmo ed Armonia furono portati, come predetto da Dioniso, non nell'Ade bensì sull'Olimpo grazie al padre Ares, dove Armonia riprese il suo ruolo di dea e Cadmo poté vivere una seconda vita da immortale. Il ritrovamento di Europa non avvenne mai.
Raffaella Moretti
Raffaella Moretti
2025-09-12 13:26:51
Numero di risposte : 8
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Cadmo era figlio di Agenore re di Tiro e di Telefassa, dunque fratello di Cìlice, Fenice ed Europa. Quest’ultima venne rapita da Zeus e il padre, mosso da un profondo dolore, prese la decisione di mandare i propri figli alla ricerca di Europa, dicendo loro di non tornare senza di lei. Nessuno di essi avrebbe fatto ritorno in patria. Cadmo per trovare l’amata sorella si spinse fino a Delfi in cerca di un aiuto da parte dell’oracolo, il quale però gli consigliò di abbandonare la ricerca della sorella e di seguire una mucca fino a che essa non si sarebbe accasciata al suolo stremata nel punto esatto in cui lui avrebbe dovuto fondare la sua città, che prese poi il nome di Tebe. Grato agli dei Cadmo decise di compiere un sacrificio di ringraziamento, mandando i suoi compagni a prendere in una fonte vicina l’acqua necessaria al sacrificio. Essi arrivati alla fonte vennero uccisi da un drago, caro ad Ares, che a sua volta venne sconfitto da Cadmo stesso, che sotto consiglio di Atena, seminò i denti della bestia. Dopo aver compiuto questo atto, dal sottosuolo, sbucò un intero esercito di uomini, ma, sempre seguendo un suggerimento di Atena, scagliò contro di loro una pietra ed essi, accusandosi l’un l’altro, iniziarono ad uccidersi a vicenda. Solo cinque di loro sopravvissero, uomini dotati di incredibile forza che sotto l’ordine di Cadmo costruirono le fondamenta di Tebe. Influenzato dal maleficio fu proprio Penteo, uno dei nipoti di Cadmo, a spodestare il nonno ed esiliarlo insieme ad Armonia. I due, avendo impietosito gli dei, vennero trasformati in serpenti e accolti nei Campi Elisi. Nonostante per noi il mito di Cadmo è solamente un racconto antico su cui ci capita di fare delle versioni, per la civiltà greca esso rappresentava una vera e propria informazione storica, ma in realtà questo mito non nasce propriamente dai greci bensì dalla civiltà dei Beoti che poi influenzarono quella greca. In Asia Minore le famiglie più nobili arrivarono persino ad affermarsi discendenti di Cadmo stesso. La conclusione a cui si può arrivare è : non andare a cercare mai la sorella che Zeus ha rapito.
Alessandro Grasso
Alessandro Grasso
2025-08-31 04:00:12
Numero di risposte : 8
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Cadmo era figlio di Agenore e fratello di Europa. Allorché questa fu rapita da Zeus, Agenore ordinò ai suoi figli di andarla a ricercare. Poiché fu impossibile ritrovarla, Cadmo, anziché tornare presso il padre, di cui temeva, si recò per consiglio all'oracolo di Apollo che gli rispose di seguire le orme di una giovenca, fondare una città là dove si sarebbe fermato, e, a ricordo di essa, dare a tutta la regione il nome di Beozia. Cadmo incontrò realmente una giovenca, e, con alcuni compagni, la seguì. Giunto al luogo in cui si fermò l'animale, C. inviò i compagni a una fonte per prendere acqua. Ma nella fonte c'era un drago che tutti li uccise. C. a sua volta uccise il drago, seminandone in terra i denti dai quali nacquero altrettanti uomini armati, che si uccisero a vicenda, a eccezione di cinque che furono chiamati Sparti. Con l'aiuto di questi C. costruì la città che chiamò Tebe. Ma per avere ucciso il drago, sacro ad Ares, C. dovette servire per un lungo periodo a questo dio. Trascorso il periodo di servitù, sposò Armonia, figlia di Afrodite e di Ares. Dalle nozze nacquero varie figlie, Autonoe, Ino, Semele e Agave, e un solo maschio, Polidoro. Dopo un certo periodo di tempo, C. e Armonia si recarono presso gli Enchelei, in unione coi quali combatterono e vinsero gl'Illirî, riuscendo ad assoggettarli e a divenirne sovrani. Qui, divenuti vecchi, vennero trasformati in serpenti e assunti ai Campi Elisî. Il mito di C. in origine è essenzialmente beotico. L'origine tebana, manifesta per una quantità d'indizi e per molti riferimenti della più antica poesia esiodea, si ricollega senza dubbio con le tradizioni circa la fondazione della città e l'autoctonia dei suoi abitanti.
Prisca Guerra
Prisca Guerra
2025-08-31 01:50:57
Numero di risposte : 3
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Figlio del re fenicio Agenore e fratello di Europa, quando questa fu rapita da Zeus, ebbe dall’oracolo di Apollo l’ordine di seguire le orme di una giovenca che gli sarebbe apparsa e di fondare, dove quella si sarebbe fermata, una città. Ma nel luogo designato i compagni di Cadmo furono uccisi da un drago. Cadmo allora uccise il drago e ne seminò i denti, dai quali nacquero dei guerrieri che si uccisero a vicenda tranne cinque, gli Sparti. Con questi Cadmo fondò Tebe. Poi sposò Armonia, figlia di Ares. Cadmo e Armonia, in seguito signori degli Illiri, alla loro morte furono trasformati in serpenti e assunti nei Campi Elisi. Cadmo avrebbe importato dalla Fenicia molte arti, tra cui l’alfabeto.
Bruno Galli
Bruno Galli
2025-08-31 01:21:17
Numero di risposte : 1
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Dopo il rapimento della figlia Europa da parte di Zeus, Agenore, re di Fenicia, incapace di darsi pace per via della sua perdita, inviò il figlio Cadmo alla sua ricerca, chiedendogli di non tornare senza la sorella. Per molti anni Cadmo continuò a cercarla in vari paesi, ma senza successo. Non osando tornare a casa senza di lei, consultò l’oracolo di Apollo a Delfi; il responso fu che doveva abbandonare il suo compito e assumersi un nuovo dovere, cioè quello di fondare una città, il cui sito gli sarebbe stato indicato da una giovenca che non aveva mai sopportato il giogo e che si sarebbe sdraiata sul luogo in cui quella città avrebbe dovuto essere costruita. Cadmo aveva appena lasciato il tempio sacro, quando notò proprio una giovenca che non portava segni di servitù sul collo e che camminava lentamente davanti a lui. Seguì l’animale lungo un tratto di strada considerevole, finché la vacca improvvisamente si fermò sul luogo dove poi sarebbe sorta Tebe. La giovenca rivolse lo sguardo verso il cielo e, abbassandosi dolcemente, si sdraiò nella folta erba. Grato per questo segno del favore divino, Cadmo decise di offrire l’animale in sacrificio e mandò i suoi seguaci a prendere l’acqua per la libagione da una sorgente vicina. Questa fonte, sacra ad Ares, si trovava in un bosco ed era sorvegliata da un drago feroce che, all’avvicinarsi dei seguaci di Cadmo, si avventò improvvisamente su di loro e li uccise. Dopo aver atteso per un po’ di tempo il ritorno dei suoi servi, Cadmo si spazientì e, armato di lancia, si mise alla loro ricerca. Giunto sul posto, vide i resti maciullati dei suoi sfortunati seguaci e, vicino a loro, lo spaventoso mostro, ancora grondante del sangue delle sue vittime. Afferrando un enorme masso, l’eroe lo scagliò con tutte le sue forze contro il drago; ma protetto dalla sua pelle nera e dura e dalle sue scaglie d’acciaio come da uno scudo, il mostro rimase illeso. Cadmo provò allora con la lancia, ed ebbe maggior successo, poiché con essa riuscì a trafiggere il fianco della bestia, che, furiosa per il dolore, si scagliò contro l’avversario. Fu allora che Cadmo, balzando di lato, riuscì a conficcare la punta della lancia tra le sue fauci: questo colpo fatale pose fine allo scontro. Mentre Cadmo osservava il nemico sconfitto, Atena gli apparve e gli ordinò di seminare nel terreno i denti del drago morto. Egli obbedì e dai solchi emerse una banda di uomini armati (Gli Sparti, cioè i “seminati”), che iniziarono subito a combattere tra loro, finché tutti, tranne cinque, rimasero uccisi. Questi ultimi guerrieri sopravvissuti si unirono in pace l’uno con l’altro e fu con il loro aiuto che Cadmo costruì la famosa città di Tebe. In tempi successivi, le più nobili famiglie tebane rivendicarono con orgoglio la loro discendenza da questi potenti guerrieri nati dalla terra. Ares si infuriò quando scoprì che Cadmo aveva ucciso il suo drago e avrebbe voluto vendicarsi, ma Zeus intervenne in favore dell’eroe mettendolo in condizioni di non nuocere: infatti lo imprigionò per ben otto anni. Alla fine di questo periodo Ares rinunciò ai suoi propositi di vendetta e si riconciliò con Cadmo e, in segno di perdono, gli concesse la mano della figlia Armonia. Le loro nozze furono celebrate quasi come quelle di Peleo e Teti. Tutti gli dèi li onorarono della loro presenza e offrirono ricchi doni, porgendo al tempo stesso alla coppia i propri omaggi. Cadmo stesso regalò alla sua bella sposa una splendida collana creata da Efesto, che però, dopo la morte di Armonia, si rivelò sempre fatale per chi la l’avesse posseduta. I figli di Cadmo e Armonia furono un maschio, Polidoro, e quattro femmine, Autonoe, Ino, Semele e Agave. Per molti anni il fondatore di Tebe regnò felicemente, ma alla fine diventati troppo vecchi, lui e sua moglie abdicarono a favore del nipote Penteo. Sempre accompagnato dalla fedele Armonia, Cadmo si ritirò in Illiria e, dopo la morte, entrambi i coniugi furono trasformati da Zeus in serpenti e portati nei Campi Elisi.