Qual è il significato di Tiche?

Lucrezia Ferraro
2025-05-13 14:34:48
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È la personificazione di quel potere che determina l'accader delle cose all'infuori della cooperazione dell'uomo, cui talora può apparire cieco o irrazionale. Essa è quindi in sostanza una dea del destino, simile alla Moira.
Tiche si nota piuttosto la tendenza a considerarla come apportatrice di buoni eventi, donde la frase augurale: alla buona fortuna che si trova frequente in testa alle epigrafi pubbliche.
Pindaro la chiama salvatrice e la considera protettrice delle navi sul mare, delle guerre in terra e delle assemblee deliberatrici.
Lo sviluppo delle credenze astrologiche durante l'epoca ellenistica e imperiale portò a identificare Daimon e Tiche, rispettivamente con il sole e con la luna che presiedono alla nascita del bambino e tutelano l'uno lo spirito e l'altra il corpo.
Il culto di Tiche è diffuso per tutta la Grecia e l'Oriente ellenistico.
Tra i suoi appellativi, oltre a quelli già ricordati di buona e di salvatrice, si annoverano quelli di grande, signora dispotica, che tutto doma e primigenia che è un'evidente traduzione della Fortuna "Primigenia" dei Romani.
I suoi attributi sono tutti di buon augurio: la cornucopia, le spighe, il polos, la corona turrita, il timone, quale auspice di buona navigazione.
Ad esprimere poi la sua mutabilità si hanno le ali, la ruota, la sfera.
Nel folklore neoellenico la Tiche, come destino, è quasi sparita di fronte alla Moira.

Domenica Ruggiero
2025-05-13 14:11:43
Numero di risposte: 2
Tiche è la personificazione della sorte, generalmente intesa in senso positivo.
Dall’età ellenistica assunse grande importanza come forza misteriosa in grado di guidare gli eventi.
Venne attribuita una loro propria Tiche a ciascuna città.
Il suo corrispettivo latino era la dea Fortuna.

Pericle Ferretti
2025-05-13 11:49:16
Numero di risposte: 1
Il significato di Tiche sembrerebbe maggiormente avvicinarsi a quello delle personificazioni della Legge o Giustizia naturale, il cui senso bene si esprime nel comportamento stesso della dea: ella non è responsabile delle proprie decisioni, tanto che ad alcuni mortali si ritrova a concedere notevoli doni, mentre ad altri arriva addirittura a negare il minimo indispensabile.
Tiche ci ricorda come il nostro ruolo di individui nel mondo, sia continuamente mosso da cause più grandi di noi, cause sulle quali fluttuiamo.
Potremmo allora definire la Natura come “Principio universale della permanenza dei viventi sul pianeta”, dove ciascuna decisione presa attorno alla vita o alla morte del singolo, si ripercuote sull’economia dell’intero ecosistema terrestre.
La sorte del singolo sfugge persino al controllo della Natura (e dunque di Tiche, nel mito), risultando irrintracciabile fintanto che non accade.
Maggiore è l’ampiezza di una decisione presa, più elevato è il numero di tasselli che si muovono all’interno del sistema, prima che si ritorni ad un nuovo punto d’equilibrio.
E durante il tragitto, la sorte dei singoli tasselli può ripetutamente mutare, il loro significato può essere alterato innumerevoli volte, insomma il loro scopo finale dev’essere in continuo pericolo di cedimento.