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Dove si trova la Chimera originale?

Donato Conte
Donato Conte
2025-07-31 22:26:39
Numero di risposte : 4
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La Chimera di Arezzo è esposta al Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Fu casualmente rinvenuta il 15 novembre 1553 durante i lavori di scavo per la realizzazione di un nuovo bastione delle mura di Arezzo, nei pressi della Porta san Lorentino, e portata a Firenze per volere di Cosimo I de’ Medici. Oggi si ammira sempre al primo piano, dove condivide la XV sala con il celebre Arringatore. Per ammirare la Chimera di Arezzo suggerisco di consultare il sito internet del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, www.polomusealetoscana.beniculturali.it. Il Museo ha anche un blog, dal quale ho attinto alcune informazioni utili per la redazione di questo articolo, all’indirizzo www.museoarcheologiconazionaledifirenze.wordpress.com. La Chimera di Arezzo venne spostata da Palazzo Vecchio solo nel 1718, quando per ordine di Cosimo III fu collocata nella Galleria di Mezzogiorno degli Uffizi. Da qui venne trasferita nel 1870, quando in occasione della costituzione del Regio Museo Archeologico di Firenze fu installata al primo piano del nuovo Museo, nella Galleria dei Bronzi.
Grazia Fabbri
Grazia Fabbri
2025-07-23 03:18:42
Numero di risposte : 7
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L’originale, alto 78,5 cm, fu rinvenuto il 15 novembre del 1553 proprio nei pressi di Porta San Lorentino dove oggi, sopra ad un piedistallo, si trova una delle riproduzioni di cui abbiamo parlato. Ad Arezzo ne sono rimaste solo delle copie. Un’altra è posta l'ingresso di Porta San Lorentino e, un’altra ancora, si trova a Palazzo Cavallo, sede del Comune di Arezzo, tra le più fotografate dai turisti.
Karim Marchetti
Karim Marchetti
2025-07-23 02:58:47
Numero di risposte : 2
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Dove Si Trova Museo Archeologico Nazionale, Firenze La statua della chimera etrusca è stata ritrovata il 15 novembre 1553 da dei costruttori che stavano lavorando vicino al cancello di San Lorentino, ad Arezzo. Ma c’è stato un errore, perché l’artista ha “messo” il serpente nella posizione sbagliata, pensando che questo stesse cercando di mordere la capra. Nel 1718 la scultura è stata portata agli Uffizi e poi al Palazzo della Crocetta. Oggi, invece, fa parte della collezione permanente del Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
Enrica Marino
Enrica Marino
2025-07-23 02:27:20
Numero di risposte : 4
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La Chimera è un animale mitologico che ha il corpo di leone, una testa di capra in pratica impiantata sulla schiena e la coda di serpente. L'originale di questa meraviglia alta circa 78 cm., si trova nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze. La statua in bronzo fu rinvenuta il 15 di novembre del 1555 durante la costruzione di fortificazioni medicee fuori da Porta San Lorentino, dove oggi c’è una copia della Chimera, mentre un’altra è vicino alla stazione ferroviaria di Arezzo. Cosimo I dei Medici la volle subito per la sua collezione e la sistemò in Palazzo Vecchio per poi trasferirla nel suo studiolo a Palazzo Pitti. Ora, infatti, la coda morde un corno della capra mentre avrebbe dovuto anch’essa attaccare Bellerofonte…
Michael Leone
Michael Leone
2025-07-23 02:03:08
Numero di risposte : 4
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La Chimera fu scoperta il 15 novembre 1553 durante la costruzione della Fortezza Medicea di Arezzo, una possente struttura fortificata voluta da Cosimo I de’ Medici, Granduca di Toscana. La Chimera fu quindi trasferita nella collezione granducale e ricevette un posto d’onore nel Palazzo Vecchio, nella Sala di Leone X, dove ruggì in tutta la sua gloria bronzea come simbolo del potere, del mito e della magnificenza dei Medici. All’epoca, Cosimo stava consolidando il suo potere in tutta la regione, e Arezzo—posizionata strategicamente sulla collina di San Donato—era il luogo ideale per un baluardo che rafforzasse il dominio fiorentino. Ma quello che doveva essere un semplice progetto difensivo prese una svolta quasi magica quando, durante gli scavi vicino a Porta San Lorentino, gli operai portarono alla luce una strana bestia in bronzo: la Chimera! La Chimera fu scoperta durante la costruzione della Fortezza Medicea di Arezzo. Cosimo, che non era un duca qualunque ma un grande amante dell’arte fece ripulire e restaurare l’opera nientemeno che da Benvenuto Cellini e—come ogni buon Medici che si rispetti—la rivendicò per Firenze.