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Quali sono altri nomi di Dioniso?

Gabriella Palumbo
Gabriella Palumbo
2025-05-18 11:06:39
Numero di risposte: 1
Dioniso è noto con molteplici appellativi, tra cui Bacco, Bròmio, Lièo, Lenèo, Lùsio, Tionèo. Il nome Dioniso era spesso interpretato come l’associazione di Dio-, «Zeus», e Núsa, «Nisa». Dioniso assume caratteri iniziatici ed escatologici che non appartengono originariamente alla sua figura con il nome di Zàgreo. Il dio, probabilmente in virtù del carattere orgiastico del suo culto, fu adottato dagli orfici come una delle divinità più importanti della loro mitologia. A Roma, il dio Bacco fu oggetto di culto ufficiale, membro di una triade che comprendeva altresì Demetra e Core. Bacco fu soprattutto un dio agricolo, che ben presto incontrò i culti dionisiaci diffusi nell’Italia meridionale e in Etruria.
Egisto Cattaneo
Egisto Cattaneo
2025-05-16 15:14:36
Numero di risposte: 2
Il nome Dioniso, orientaleggiante quanto la natura del dio, secondo le varianti dialettali Diónysos, Deúnysos, Zónnyssos o Zónnysos, sarebbe composto dal genitivo Diós e da nysos: il nysos di Zeus. Bakchos è l’attributo dionisiaco più conosciuto, legato ai concetti di follia, esaltazione, estasi, e dovuto al suo culto misterico e orgiastico di iniziazioni, danze sfrenate, intensi sforzi fisici che con la fatica permettevano l’entusiasmo e la comunione col dio. Sempre inerenti ai culti misterici, eleusini ed orfici, sono iakchos e zagréys. È interessante notare come negli Inni Omerici ed Orfici venga definito contemporaneamente taurofago, alludendo alla sua peculiarità di divorare carne cruda nello sparagmόs in qualità di omadios e omestes, e tauromorfo oppure dalle corna taurine. Dioniso è infine il dispensatore, grazie al vino che libera e scioglie dai mali, di una letizia spirituale e psicologica, placando gli affanni, portando sonno e oblio: è perciò lysios, colui che scioglie; nell’Iliade è polygethés, dispensatore di molta gioia. Dioniso è gynnis, femmineo, arsenothelys, androgino, dyalis, ibrido, non per segnalare un ermafrodismo, ma per enfatizzare la sua bellezza non greca, piuttosto orientaleggiante e barbara, completa come la natura degli alberi.
Raffaele Conti
Raffaele Conti
2025-05-02 14:35:54
Numero di risposte: 1
Dioniso è anche conosciuto come Acratoforo, che reca vino puro. Agatodèmone, appellativo di Dioniso quale salvatore dalla peste. Arboreo, Dioniso è divinità “arborea” perché ha in sé un potente elemento vegetativo e fecondatore. Arsenotelo, androgino, ermafrodito. Barbato, nell’iconografia più antica Dioniso è rappresentato con la barba. Bassareo, derivante dal vocabolo tracio bassàra, che significa volpe, con riferimento alla pelle che copriva le spalle delle Baccanti. Biforme, perché ci furono due Dionisi: l’antico con una lunga barba, e quello successivo nel fiore della vita, giovane ed effeminato. Briseo, dal nome della ninfa Brisa che a sua volta gli avrebbe schiuso i segreti delle Melisse. Bromio, “il rumoroso”, “il fragoroso”, “colui che strepita”. Bucornide, “dalle corna di bue”, poiché il dio era rappresentato ora con due raggi di luce a forma di corna sulla fronte, ora recante in mano un corno di bue pieno di vino. Cadmeo, ossia “tebano”. Colonate, da Colone, “Collina”, un’altura a est di Sparta presso il fiume Eurota. Cresio, ossia Cretese. Cretogeno, nato a Creta. Ctonio, sotterraneo. Dasillio, “il peloso”, “il frondoso”. Dendreus, “il dio-albero”, “che è nell’albero”. Dendrites, “protettore di alberi”. Dyalos, “l’ibrido”. Dimetor, Bimatre, "colui che ha due madri". Egobolo, "colui che immola, divora le capre". Eleleo, “il vociferante”, riferito alle voci e ai gridi delle baccanti. Eleutereo, il Temenos di Dioniso Eleutereo era un santuario situato alle pendici meridionali dell'Acropoli di Atene. Enorco, era il figlio incestuoso di Daita e del fratello Tieste, e innalzò un tempio a Dioniso. Enorches, “provvisto di testicoli”. Evante, “il fiorente”. Eubuleo, è il Dioniso infero dell’orfismo. Erifo, “capretto”. Evoè, “evoè” era un’esclamazione di giubilo lanciata durante le sue cerimonie. Fleonte, “verdeggiante”. Gynnis, “il femmineo”. Iacco, dio invocato nei misteri di Eleusi, secondo alcuni personificante il grido rituale iakche. Inteso come un'ipostasi di Dioniso, un Dioniso giovane. Iobacco, il culto di Dioniso Iobacco si celebrava in Attica nelle feste Iobaccheia con banchetti. Kemelio, “mangiatore di carne cruda”. Kissos, “edera”, “viticchio”. Leneo, “dio del torchio” o “dio delle menadi”. Lieo, “il liberatore”, epiteto di Dioniso che, col dono della vite, libera l’uomo dagli affanni. Lisio, “colui che scioglie”, che libera l’individuo dalla limitata dimensione umana. Melanegide, Dioniso M. era onorato presso la città di Ermione. Merorrafès, "cucito nella coscia". Nato-due-volte, Zeus estrae dal corpo di Semele il piccolo Dioniso. Niseo, ossia “di Nisa”, la mitica località che gli diede i natali. Omadio, da “omofagia”: “che mangia carne cruda”. Oineo, venerato come dio dell’edera e della vite selvatica. Orto, riferimento agli attributi sessuali. Patroos, “padre”, antenato. Pirigeno, “nato dal fuoco”. Pseudanor, “pseudomaschio”. Saote, “seduto”. Sicite, “dio del fico”. Taurocefalo, “dalla testa di toro”. Tauromorfo, “dalla forma di toro”. Taurofago, “mangiatore di tori”. Tioneo, “figlio di Tione”. Vitisator, “viticoltore”. Zagreo, antica divinità greca che nella tradizione orfica viene assimilata a Dioniso.