Cosa simboleggia Eros?

Nazzareno Parisi
2025-05-09 16:44:48
Numero di risposte: 2
Eros fu venerato come simbolo dell’amicizia e dell’amore fra uomini e giovinetti specialmente nelle palestre.
Dal nome del dio viene chiamato eros l’amore sessuale, con riferimento alle concezioni che di esso ebbero gli antichi.
In psicanalisi, gli istinti dell’e. costituiscono, secondo S. Freud, uno dei due grandi gruppi di istinti fondamentali e irriducibili dell’uomo.
La funzione degli istinti dell’e. è quella di mantenere la vita.
La sessualità è il loro aspetto più tipico e concreto, ancorché essi possano essere soggetti a una grande varietà di distornamenti, spostamenti e sublimazioni.
L’energia dinamica degli istinti dell’e. è stata chiamata da Freud libido.
Per erotismo si intendono gli sviluppi, le manifestazioni, sul piano ideo-affettivo e su quello comportamentale, dell’istinto sessuale.
Il concetto di erotismo è più ristretto di quello di sessualità, perché essenzialmente fa riferimento a quelle manifestazioni che anche nella loro esteriorità, e non solo nella motivazione, denunciano un significato amoroso.

Guendalina Longo
2025-05-09 12:57:32
Numero di risposte: 2
Eros è il dio greco dell'amore, conosciuto come Cupido dai Romani.
La sua azione non si esercita solo sugli uomini, ma sugli stessi dei e perfino sugli elementi della natura.
Eros rappresenta la forza di generazione e riproduzione.
Un dio che la poesia e le arti figurative rappresentano come un giovinetto dai bei riccioli e dal corpo atletico o anche, soprattutto a partire dall'età classica, come un fanciullo dotato di ali e armato di arco, faretra e frecce.
Con queste ultime colpisce le sue vittime, infondendo in esse il fuoco d'amore.
È un dio amato e temuto, capace di apportare gioia e di provocare tormenti.
Eros ha un ruolo importante anche nelle Teogonie attribuite al mitico cantore Orfeo: qui è figlio della Notte e del vento, nasce da un uovo d'argento e ha le ali d'oro.
La sua azione si manifesta sia tra gli elementi della natura sia tra gli dei, favorendone l'unione.
Dolce-amaro, invincibile lo definisce la poetessa Saffo.
Anche il filosofo Platone tratta della natura di Eros in un suo dialogo, il Simposio.