Perché Eros è un demone?

Dino Conti
2025-05-25 05:42:38
Numero di risposte: 2
Eros possiede le caratteristiche di entrambi i genitori. Non può vantare la natura perfetta della divinità, perché, seppur desideroso delle cose buone e belle, eredità paterna, vive in una condizione di privazione, eredità materna. Egli sente la mancanza del bene e del bello, tratto essenziale che dunque lo eleva dalla condizione umana, ignara della proprio vuoto gnoseologico e morale. La natura di Eros è quella di demone, un’essenza intermedia che, avendone coscienza, desidera ciò di cui è privo ed è in possesso delle qualità per raggiungere la condizione alla quale aspira. Eros non è né povero né ricco. Anche tra sapienza e ignoranza egli sta nel mezzo. Il demone dell’amore rappresenta la condizione del filosofo nell’ottica platonica, in continua tensione fra il proprio stato di ignoranza e la ricerca di sopperire a tale mancanza. Eros, in questo senso, incarna la figura del filosofo poiché la propria natura tensionale lo porta a mediare tra gli estremi che ne compongono l’essenza. La continua tensione fra l’alto e il basso, fra lo stato di cosciente privazione e il desiderio di porvi fine, garantisce – o garantirebbe – la possibilità di costruire un mondo via via migliore.

Costanzo Verdi
2025-05-21 10:57:31
Numero di risposte: 2
Eros è un demone perché è figlio di Poro, che è una divinità, e di Penia, la mancanza, che invece è un essere umano. Il dio, infatti, non desidera conoscere, in quanto è onnisciente. Il demone, invece, ha dentro di sé una scintilla divina. Riesce ad avvertirla ma non riesce mai ad afferrarla del tutto e quindi è sempre assetato di conoscenza. L’essenza dell’Eros è il volersi conoscere. Platone fa dire a Socrate che gli amanti stanno insieme perché hanno bisogno di dirsi molte cose che, però, non riescono a esprimere.

Nick Mazza
2025-05-11 01:43:03
Numero di risposte: 1
Il Mito di Poros e Poenia tra le varie possibilità di genìa, Eros sembra essere nato da Poros e Poenia, che in italiano tradurremmo con “ingegno” e “scarsità” o povertà.
D’altronde si dice, che la “scarsità aguzza l’ingegno, lo risveglia”.
Il mito raccontato da Platone narra, brevemente, che il giorno della nascita di Afrodite venne data una festa, cui partecipò anche Poros, questo dio particolarissimo, che ha a che fare con la ricchezza, l’abbondanza e l’ingegno.
Ubriaco si stese nei giardini di Zeus ed a quel punto arrivò Poenia, una mendicante in cerca di elemosine, che era segretamente innamorata di Poros e, vedendolo ubriaco e dormiente, approfittò di lui, sperando di rimanere incinta.
Così fu, e da questa unione nacque Eros.
In questo mito, quindi, Eros è figlio di padre divino e madre umana.
Ma in realtà, invisibili, mimetizzati, alla sua nascita partecipano anche altri dèi: Afrodite, nascosta nell’innamoramento di Poenia per Poros, e Dioniso, celato nello stato di ubriachezza del dio.
E forse, quindi, la “povertà” interiore è povera solo quando è senza Amore, solo fintanto che c’è divisione con l’Anima.
Ma per trovare il tesoro sepolto c’è bisogno di qualcuno che sia capace di andare e venire nei regni, di qualcuno che sia un “mezzo-mezzo” o, come lo definirebbe Platone, un Demiurgo.
In definitiva ci vuole una Guida che sia anche uno Sciamano.
Ed un Demone è proprio questo: un essere a metà tra i mondi.
Qualcuno lo chiama anche Daimon.
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