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Qual è la leggenda di Atlante?

Eliziario Bianchi
Eliziario Bianchi
2025-09-14 18:06:48
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Atlante porta direttamente, cioè sul suo corpo, le colonne che reggono il cielo poggiando sulla terra, abita nel lontano mare occidentale, dove ha pure dimora la figliuola sua Calipso, conosce tutte le profondità marine, ed è ricco, oltre che di forza e di sapere, anche di malizia, in conformità della natura del mare, di cui è un'emanazione, in quanto personifica in particolar modo la formidabile forza di portare che le onde marine posseggono. Una immagine poco dissimile ci porge di lui la Teogonia esiodea: Atlante abita l'estremo occidente al limite della terra, presso le Esperidi e davanti alla casa della Notte dove la notte e il giorno s'incontrano; colà egli porta il cielo col capo e con le instancabili mani. Evidentemente l'imposizione di quel peso la si concepisce da quegli autori come una pena inflitta ad A., concezione, del resto, che non sembra estranea già ad Eschilo stesso, il quale lo ricorda per bocca di Prometeo insieme con Tifone. Egli pertanto, che abitualmente è fatto figlio di Giapeto e di Climene, è uno dei Titani, e come tale deve aver preso parte alla lotta contro Zeus, da cui dev'essere stato condannato a quell'espiazione.
Manuela Serra
Manuela Serra
2025-09-14 17:27:55
Numero di risposte : 5
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Esiodo narra che Atlante fu costretto a tenere sulle spalle l'intero globo terrestre per volere di Zeus, il quale decise di punirlo perché durante la Titanomachia si era alleato con Crono quando guidò i titani contro un sistema che anche egli non riteneva giusto. Ovviamente come da allora ha sempre fatto: punito per aver cercato il cambiamento e costretto a reggere tutta la volta celeste. Lui grande appassionato di astri, considerato il primo ad aver studiato la scienza dell'astronomia, animato da nobili scopi, è ancora lì, incatenato assieme alla sua intelligenza, per garantire la vita anche a quei mediocri che lo hanno condannato e che nella stanza dei bottoni tutt'oggi non superano livelli medi di qualità, tutt'altro. Questa amico dell'umanità e del progresso resta ancora attaccato a questo masso, e mentre regge in toto il peso del pianeta, guarda ancora adesso un sistema piramidale, nel quale il merito è messo da parte e quasi denigrato da un potere avvolto da una forma mentis generale che accetta questo stato di cose come normale. Ma se da una parte continua a subire la punizione, dall'altra non smette di continuare a immaginare una profonda rivoluzione culturale e morale, di cui davvero ne sente il bisogno, altrimenti perché continuare a sforzarsi a tenere la sfera e non lasciarla andare? Probabilmente perché dal privilegio di osservare tutto nella quiete dello spazio e al cospetto degli astri, ha ancora fiducia negli uomini e sogna ancora una terra fertile di meriti e diritti.
Mirco De Angelis
Mirco De Angelis
2025-09-14 14:52:09
Numero di risposte : 5
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Atlante è una delle figure più affascinanti della mitologia greca. Titano della seconda generazione, era il sovrano della Mauretania, nell’Africa nord occidentale. Insieme ai suoi fratelli ha tentato l’assalto al Monte Olimpo, per spodestare le divinità e porre fine al regno di Zeus. Alleato di Crono, Atlante e gli altri titani saranno sconfitti: per volere di Zeus, Atlante sarà condannato a reggere sulle sue spalle l’intera volta celeste, raffigurata proprio da una sfera. La condanna di Zeus ha quindi un effetto paralizzante sul titano, bloccandone l’esistenza, imprigionandolo in una condizione insostenibile di esaurimento senza fine. Atlante resta fermo, schiacciato, in una perenne tensione senza fine. Nella punizione di Atlante possiamo isolare un tratto decisivo: la dimensione dell’eccesso. La dimensione dell'eccesso ha un ruolo centrale nella concezione psicoanalitica del disagio contemporaneo. Questa dimensione, come una medaglia, ha due facce: da una parte la dimensione “over”, travolgente, di un vissuto, un’esperienza o un evento che supera per intensità la capacità di “metabolizzarlo” psichicamente; dall’altra l’incapacità psichica di pensare, di inserire in una rete simbolica i contenuti del mondo interno o di quello esterno. Per questo, molti studiosi hanno denominato la fibromialgia, una patologia che conduce ad un costante stato di sofferenza diffusa, stanchezza ed esaurimento complessivo, fisico e mentale, come “sindrome di Atlante”. L’esperienza senza fine del dolore cronico, della tensione muscolare e dell’esaurimento fisico e mentale rendono la fibromialgia, oltre che una condizione insidiosa, una patologia gravemente invalidante.