Qual è la leggenda di Scilla?

Vittoria Amato
2025-08-01 01:59:00
Numero di risposte
: 3
Scilla era una ninfa, secondo l’origine più comune figlia di un dio, Forco, e di Ceto, che era solita tuffarsi nelle acque della spiaggia dell’antica città nota col nome siculo di Zancle, e che corrisponde all’incirca all’attuale Messina. La sua bellezza catturò l’attenzione di Glauco, un semidio dalle sembianze per metà umane e per metà pisciforme, che se ne innamorò, ma Scilla, spaventata alla sua vista, lo rifiutò e scappò via. Glauco cercò dunque l’aiuto della Maga Circe, e le chiese un filtro d’amore da somministrare alla bella Scilla, ma la stessa Circe si invaghì di Glauco e quando lui la rifiutò decise di vendicarsi sull’innocente ninfa. Circe versò una pozione nelle acque in cui Scilla era solita tuffarsi, trasformandola così in un orribile e vorace mostro marino, dalle gambe serpentine e dotato di sei feroci teste canine lungo il corpo, che da allora popola le acque dello Stretto. I due mostri sono dunque tra i più pericolosi ostacoli che Ulisse deve superare nel suo viaggio di ritorno verso Itaca. L’eroe omerico, piuttosto che affrontare Cariddi, il quale avrebbe risucchiato e rigettato il mare con estrema violenza, provocando di sicuro la distruzione dell’imbarcazione, preferì affrontare lo Stretto dal lato presidiato da Scilla, sacrificando comunque sei dei suoi compagni, divorati dal mostro marino, ma riuscendo a proseguire il viaggio.

Assia Neri
2025-07-23 18:38:02
Numero di risposte
: 3
Scilla, ninfa dalla bellezza sconvolgente, viene trasformata dalla maga Circe in un orrendo mostro ed infesta le acque dello Stretto insieme a Cariddi, devastante creatura marina creata da Zeus, capace di ingoiare e rigettare l’acqua del mare causando mortali vortici.
La leggenda narra che vicino agli scogli di Zancle, Scilla incontrò Glauco, pescatore trasformato in una divinità marina per aver mangiato l’erba che ridava vita ai suoi pesci e poi istruito all’arte della profezia da Oceano e Teti.
La ninfa, terrorizzata dall’essere per metà umano e per metà pesce, scappò via, nonostante i tentativi di Glauco di spiegarle la sua vicenda.
In preda alla disperazione, Glauco si rivolse alla maga Circe, dea figlia di Elio e della ninfa Perseide, famosa per i suoi incantesimi in grado di cambiare le sembianze degli uomini.
Egli desiderava un bell’aspetto per attrarre l’amata Scilla a sé.
Ma l’unico risultato che Glauco ottenne fu quello di scatenare la gelosia della maga che tentò di sedurre l’uomo-pesce.
Rifiutata da Glauco, Circe scatenò la sua furia su Scilla trasformandola in un feroce mostro munito di sei teste di cane latranti.
Secondo la leggenda, in preda alla disperazione Scilla si rifugiò in una grotta sotto la Rocca dove sorge il Castello e che esiste ancora oggi.
In prossimità di alcuni scogli, a pochi chilometri da Cariddi che abita la sponda Sicula.

Eufemia Longo
2025-07-23 14:32:47
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: 2
Scilla è oggi una suggestiva località turistica situata su un promontorio all’ingresso settentrionale dello Stretto di Messina, in territorio Calabrese.
Ma la roccia Scilla ha rappresentato, nell’antichità, il terrore di tutti i naviganti lo Stretto con le sue terribili insidie.
Secondo la leggenda infatti Scilla era una NINFA trasformata in un orrendo mostro marino, per metà donna e per metà pesce con sei teste di cane, per aver osato rifiutare l’amore di una divinità.
Qual’era la divinità cui la giovane ninfa Scilla aveva rifiutato le sue grazie?
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