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Qual è la leggenda di Scilla?

David Gatti
David Gatti
2025-08-24 04:23:53
Numero di risposte : 1
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Tra queste storie si annovera anche quella della povera Scilla, ninfa diventata un terribile mostro marino in seguito a una vendetta d’amore. Ninfa dai bellissimi occhi azzurri, nella versione più diffusa Scilla è la figlia del dio Forco e di Ceto, sebbene nell’Odissea sia indicata come la figlia della dea Crateide. Conosciuta specialmente in relazione a un altro mostro mitologico, Cariddi, essa fu resa celebre dal poema di Omero e dal personaggio di Ulisse, ma la sua triste vicenda è raccontata anche nelle “Metamorfosi” di Ovidio. Qui l’autore narra dell’amore ossessionato di Glauco per la ninfa e della furiosa gelosia di Circe, che condannò la povera Scilla a un’eternità da mostro negli abissi dello Stretto di Messina. L’amore di Glauco per Scilla e l’intervento della maga Circe Il novello dio Glauco s’imbatté un giorno in una ninfa di straordinaria bellezza, Scilla, e se ne innamorò subito pazzamente. Scilla ascoltò di buon grado le rime d’amore di Glauco, ma scelse infine di rifiutare la sua proposta. L’aspetto del dio marino, infatti, era per Scilla un ostacolo insormontabile, impaurita dalla strana figura di quell’uomo. Glauco, folle di passione, decise, quindi, di recarsi a Creta per chiedere l’aiuto della maga Circe. Il dio marino desiderava che la maga producesse per lui una pozione che facesse innamorare Scilla, ma Circe era ben lontana dall’accontentare la sua richiesta, essendo, infatti, presa da un’intensa passione quest’ultimo. Si offrì, dunque, all’uomo, ma egli la respinse in nome dell’amore che provava per Scilla. Circe architettò, così, una crudele vendetta nei confronti della rivale in amore e trasformò la bellissima ninfa in un orrido mostro marino. Contaminò con una pozione magica le acque della caletta in cui Scilla era solita fare il bagno e, nell’esatto momento in cui il corpo della fanciulla fu bagnato, cominciò a mutare. Specchiandosi nell’acqua Scilla osservò con disperazione il suo nuovo aspetto, la sua mole gigantesca, le gambe da serpente e le teste di cani rabbiosi che avevano sostituito il suo bel corpo. Per la vergogna Scilla scelse di andare ad abitare nelle profondità marine, in una profonda grotta poco distante dalla dimora di un altro mostro marino, Cariddi. Il terribile odio nei confronti di Circe gorgogliava nel suo animo e la vendetta non si fece attendere. La furia di Scilla si abbatté sulla nave di Ulisse, l’unico, che oltre alla nave Argo, aveva avuto il coraggio di attraversare quel tratto di mare. L’eroe omerico sopravvisse, ma perse ben sei dei suoi compagni. In seguito a questo gesto, racconta ancora Ovidio, il povero mostro marino fu trasformato in uno scoglio, ma pure sotto questa forma sarebbe stato l’incubo dei marinai che se ne tenevano alla larga. Nella realtà, chiaramente, Scilla non è altro che uno scoglio, mentre Cariddi è un gorgo, posti entrambi nello Stretto di Messina. Oggi di questi personaggi mitologici non resta altro che la fantasia e la magia con cui solo i Greci erano in grado di umanizzare fenomeni naturali allora misteriosi, ma che, tuttavia, non smettono di affascinare e restano intrisi nel tessuto culturale e nel bagaglio di racconti della Sicilia.
Samira Piras
Samira Piras
2025-08-14 08:34:29
Numero di risposte : 6
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È una storia piena di passione, amori non corrisposti, feroci vendette e un drammatico epilogo, quella che narra delle gesta mitologiche di dei e mortali nello specchio d'acqua che separa Reggio da Messina. È la storia di Scilla, ninfa dalla bellezza sconvolgente, trasformata dalla maga Circe nell’orrendo mostro che da secoli secondo la leggenda funesta le acque dello Stretto insieme a Cariddi, devastante creatura marina creata da Zeus capace di ingoiare e rigettare l'acqua del mare per tre volte al giorno causando mortali vortici. La visione di questo essere, metà uomo e metà pesce, terrorizza la ninfa al punto da farla scappare via. In preda alla disperazione, Glauco si rivolge alla maga Circe, dea figlia di Elio e della ninfa Perseide, famosa per i suoi incantesimi in grado di cambiare le sembianze degli uomini, nel tentativo di ricondurre a sé l'amata Scilla. Rifiutata da Glauco, Circe riversa la sua furia vendicativa su Scilla trasformandola con un ferale sortilegio in un feroce mostro munito di sei teste di cane latranti, terrore di navigatori e marinai di ogni epoca. Da quel momento, secondo la leggenda, Scilla si rifugia in preda alla disperazione e alla rabbia in una grotta sotto la Rocca dove sorge il Castello e che esiste ancora oggi, in prossimità di alcuni scogli a pochi chilometri da Cariddi che abita la sponda Sicula. Non tutti sanno che fino al XVIII secolo sotto la rocca di Scilla era presente una formazione di scogli molto particolare, essi davano l’impressione di una creatura mostruosa che usciva dalla grotta. Al tempo dei greci, le mareggiate erano frequenti e le imbarcazioni che passavano per lo Stretto venivano spinte dal mare contro la rocca. Con il mare in burrasca e gli scogli che dilaniavano le imbarcazioni causando la morte di molti, nacque il mito del mostro di Scilla. Sulla sponda sicula, invece, erano le correnti marine a generare dei vortici, che si verificano ancora oggi ma di intensità minore, che spesso inghiottivano le imbarcazioni che vi passavano vicino. Anche qui si pensò ad un mostro, Cariddi, che risucchiava l’acqua del mare e la rigettava creando enormi vortici.
Manuela Serra
Manuela Serra
2025-08-09 08:49:18
Numero di risposte : 5
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Scilla è una località turistica marittima della provincia di Reggio Calabria, situata nella parte più estrema della Calabria, quella dove inizia lo stretto di Messina e dove si può salutare con la mano la Sicilia visibile a occhio nudo. Il suo nome deriva da un misterioso mostro marino chiamato dai greci “Skýlla”, oggetto di antichi miti. Secondo la leggenda infatti, Scilla era una bella ninfa dagli occhi azzurri che amava fare il bagno sulle spiagge di Zancle, l’attuale Messina. Un giorno la vide Glauco, un dio marino per metà uomo e per metà pesce, che se ne innamorò perdutamente, ma Scilla era spaventata dall’aspetto del dio e lo rifiutava. Così Glauco si rivolse alla maga Circe per avere un filtro d’amore che facesse innamorare la ninfa di lui. Circe, che era a sua volta innamorata di Glauco, ingelosita decise di vendicarsi sulla povera ninfa preparando una pozione malefica da versare nel mare nei pressi della spiaggia di Zancle. Quando Scilla andò l’indomani a farsi il bagno, subito dopo essersi immersa in acqua, il suo corpo si trasformò in un mostro terribile con sei enormi teste di cane e delle gambe serpentine lunghissime. Per l’orrore Scilla si gettò in mare e andò a vivere nella cavità di uno scoglio vicino alla grotta che oggi prende il suo nome. Sempre secondo la leggenda poi, dalla parte opposta dello stretto di Messina, viveva un altro mostro marino dal nome di “Cariddi”. Tutte le navi che attraversavano quel pezzo di mare si imbattevano in uno dei due mostri che generavano venti e tempeste causando la morte dei naviganti. Di queste antiche leggende ormai è rimasto solo un racconto affascinante da ascoltare mentre si passeggia nelle vie del borghetto di mare.
Vittoria Amato
Vittoria Amato
2025-08-01 01:59:00
Numero di risposte : 4
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Scilla era una ninfa, secondo l’origine più comune figlia di un dio, Forco, e di Ceto, che era solita tuffarsi nelle acque della spiaggia dell’antica città nota col nome siculo di Zancle, e che corrisponde all’incirca all’attuale Messina. La sua bellezza catturò l’attenzione di Glauco, un semidio dalle sembianze per metà umane e per metà pisciforme, che se ne innamorò, ma Scilla, spaventata alla sua vista, lo rifiutò e scappò via. Glauco cercò dunque l’aiuto della Maga Circe, e le chiese un filtro d’amore da somministrare alla bella Scilla, ma la stessa Circe si invaghì di Glauco e quando lui la rifiutò decise di vendicarsi sull’innocente ninfa. Circe versò una pozione nelle acque in cui Scilla era solita tuffarsi, trasformandola così in un orribile e vorace mostro marino, dalle gambe serpentine e dotato di sei feroci teste canine lungo il corpo, che da allora popola le acque dello Stretto. I due mostri sono dunque tra i più pericolosi ostacoli che Ulisse deve superare nel suo viaggio di ritorno verso Itaca. L’eroe omerico, piuttosto che affrontare Cariddi, il quale avrebbe risucchiato e rigettato il mare con estrema violenza, provocando di sicuro la distruzione dell’imbarcazione, preferì affrontare lo Stretto dal lato presidiato da Scilla, sacrificando comunque sei dei suoi compagni, divorati dal mostro marino, ma riuscendo a proseguire il viaggio.
Assia Neri
Assia Neri
2025-07-23 18:38:02
Numero di risposte : 3
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Scilla, ninfa dalla bellezza sconvolgente, viene trasformata dalla maga Circe in un orrendo mostro ed infesta le acque dello Stretto insieme a Cariddi, devastante creatura marina creata da Zeus, capace di ingoiare e rigettare l’acqua del mare causando mortali vortici. La leggenda narra che vicino agli scogli di Zancle, Scilla incontrò Glauco, pescatore trasformato in una divinità marina per aver mangiato l’erba che ridava vita ai suoi pesci e poi istruito all’arte della profezia da Oceano e Teti. La ninfa, terrorizzata dall’essere per metà umano e per metà pesce, scappò via, nonostante i tentativi di Glauco di spiegarle la sua vicenda. In preda alla disperazione, Glauco si rivolse alla maga Circe, dea figlia di Elio e della ninfa Perseide, famosa per i suoi incantesimi in grado di cambiare le sembianze degli uomini. Egli desiderava un bell’aspetto per attrarre l’amata Scilla a sé. Ma l’unico risultato che Glauco ottenne fu quello di scatenare la gelosia della maga che tentò di sedurre l’uomo-pesce. Rifiutata da Glauco, Circe scatenò la sua furia su Scilla trasformandola in un feroce mostro munito di sei teste di cane latranti. Secondo la leggenda, in preda alla disperazione Scilla si rifugiò in una grotta sotto la Rocca dove sorge il Castello e che esiste ancora oggi. In prossimità di alcuni scogli, a pochi chilometri da Cariddi che abita la sponda Sicula.
Eufemia Longo
Eufemia Longo
2025-07-23 14:32:47
Numero di risposte : 2
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Scilla è oggi una suggestiva località turistica situata su un promontorio all’ingresso settentrionale dello Stretto di Messina, in territorio Calabrese. Ma la roccia Scilla ha rappresentato, nell’antichità, il terrore di tutti i naviganti lo Stretto con le sue terribili insidie. Secondo la leggenda infatti Scilla era una NINFA trasformata in un orrendo mostro marino, per metà donna e per metà pesce con sei teste di cane, per aver osato rifiutare l’amore di una divinità. Qual’era la divinità cui la giovane ninfa Scilla aveva rifiutato le sue grazie?