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In quale epopea mitologica appare il mostro Scilla?

Iacopo Basile
Iacopo Basile
2025-07-10 23:53:38
Numero di risposte : 5
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Scilla e Cariddi erano i due terribili mostri marini posti a difesa dello stretto di Messina secondo le antiche tradizioni mitologiche greche e latine. Scilla appartiene al corpus della mitologia greca prima e latina poi, e sono entrambe due mostri marini femminili che divoravano uomini e navi lungo lo stretto di Messina, in Sicilia. Scilla appare nel poema Odissea, nel libro XII, dove la maga Circe consiglia a Ulisse di stare molto attento nella navigazione tra la Trinacria e la costa calabra. Gli consiglia di stare più vicino a Scilla e di pregare la madre di Scilla, la ninfa Crateide, affinché la figlia non divorasse la nave di Ulisse. L’eroe omerico naviga con successo lungo lo stretto fino a quando, distratto da Cariddi, non si avvede che Scilla balza sulla sua nave e divora vivi sei uomini dell’equipaggio.
Marzio Barbieri
Marzio Barbieri
2025-07-10 22:08:32
Numero di risposte : 5
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Nella mitologia greca, mostro marino, localizzato nello Stretto di Messina sulla costa davanti allo rupe dove stava Cariddi. Secondo il mito, S., bellissima figlia di Trieno o di Forco, il dio marino, e di una dea, Crateide, oppure di Forbante e di Ecate, fu trasformata da Circe, gelosa di Glauco che ne era innamorato, o da Anfitrite gelosa di Posidone, in un mostro orribile dalla testa e il corpo di donna che terminava in un’appendice pisciforme da cui sporgevano teste di cani voraci. Questi al passaggio della nave di Ulisse divorarono sei compagni dell’eroe. L’uccisione di S. era attribuita a Eracle, che lottò con lei perché gli aveva fagocitato alcuni buoi di Gerione. In seguito Forco con la magia avrebbe reso la vita alla figlia. Talvolta i mitografi confondevano questa S. con un altro personaggio dello stesso nome: la figlia di Niso, re di Megara, che per amore del cretese Minosse, venuto ad assediare la sua città, non esitò a strappare al padre il capello fatale (d’oro o di porpora) che gli assicurava la vita. Minosse, inorridito per tale malvagità, fuggì per mare, S. lo inseguì e fu allora trasformata nell’uccello marino ciris.