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Chi ha ucciso Scilla?

Eleonora Silvestri
Eleonora Silvestri
2025-08-02 13:11:12
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Si narrava per esempio che Scilla avesse rubato alcuni dei buoi di Gerìone e che per punizione fosse stata uccisa da Eracle. Il padre Forco però, dando fuoco al suo cadavere e facendolo bollire, l’avrebbe riportata in vita. Secondo un’altra versione Scilla sarebbe stata, in origine, una splendida fanciulla che Circe o Anfitrìte o addirittura Poseidone stesso avrebbero trasformato in mostro. Esiste inoltre un’altra Scilla, figlia del re Niso di Mègara, nota per essersi innamorata di Minosse, re di Creta, mentre questi assediava Megara. Secondo la leggenda Scilla, per favorire l’amato, strappò dal capo del padre il capello porporino da cui dipendeva la sua vita. Minosse, vinta la guerra, fece però legare Scilla alla prora della sua nave e ne causò così la morte. Un’altra tradizione vuole invece che Minosse, sconvolto e disgustato dal gesto di Scilla, dopo la vittoria desse ordine di salpare lasciando la giovane a Megara, e che costei, furibonda, si buttasse in mare per inseguire la nave. Suo padre Niso, già mutato in aquila marina, si sarebbe slanciato per afferrarla e straziarla, ma Scilla si sarebbe ritrovata in quell’attimo trasformata in un uccello piumato, detto Ciris.
Anselmo Marini
Anselmo Marini
2025-07-24 07:57:57
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Mentre tutti sono intenti a guardarlo e a proseguire la rotta, le sei teste di Scilla afferrano e divorano improvvisamente altrettanti compagni di Odisseo. Essi invocano il suo aiuto, però egli non può far nulla per loro. L’eroe ha tentato invano di contrastare Scilla con le inutili armi, dimenticando i consigli di Circe. La maga gli ha suggerito di non indossarle e di rivolgere invece una preghiera a Crataide, la divinità marina madre del mostro. Odisseo, però, nel suo orgoglio, dimentica i consigli: per lui è doloroso, perché disonorevole e umiliante, il divieto di usare le armi. La maga Circe descrive così Scilla a Odisseo: «Latra terribilmente: la voce è quella di un cucciolo di una cagna, ma è un mostro spaventoso, e nessuno, neanche un dio, avrebbe piacere a trovarsi sulla sua strada. Ha dodici piedi, tutti orribili e sei colli lunghissimi, e su ognuno di loro una testa spaventosa e tre file di denti fitti e serrati, pieni di nera morte. Per metà è immersa nella grotta profonda, ma sporge le teste fuori dal baratro orribile e là pesca, frugando intorno allo scoglio, delfini e foche e bestie anche più grandi. Nessun navigante può vantarsi di esserle sfuggito illeso sulla sua nave; con ogni testa afferra un uomo, portandolo via dalla nave nera».
Tancredi De Santis
Tancredi De Santis
2025-07-24 06:46:52
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Scilla era solita recarsi sugli scogli di Zancle per passeggiare sulla spiaggia e fare il bagno nelle acque limpide del mar Tirreno. Una sera, in quei luoghi incontrò un dio marino che un tempo era stato un pescatore di nome Glauco. Secondo la leggenda Glauco si innamorò pazzamente della ninfa tanto da respingere per lei Circe. La maga, offesa e indispettita, decise di vendicarsi tramutandola in una creatura mostruosa con sei teste di cani rabbiosi e ringhianti. Così Scilla andò a nascondersi presso lo stretto di Messina in un antro là dove la costa calabra si protende verso la Sicilia. Per questo motivo, nell'antichità, tutti i naviganti stavano lontani da questi luoghi, tutti tranne il mitico Ulisse che spinto dalla sua proverbiale curiosità turò le orecchie dei suoi compagni con dei tappi di cera e da questi si fece legare all'albero della sua nave per ascoltare il canto ammaliatore e letale delle sirene che affollavano questi mari.